Prendersi cura degli altri non
significa per i cristiani tradire la propria identità: è quanto
ha detto il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi
nell'omelia della messa per l'assemblea di Azione Cattolica in
corso a Sacrofano (Roma).
"Quando pensare ad altri sembra che tradiamo qualcuno, a
qualcuno può apparire perdere la propria identità. Così
pensavano anche alcuni nella prima generazione. L'identità non
la troviamo o non la difendiamo ad intra - ha sottolineato
l'arcivescovo di Bologna - ma sempre ad extra, la perdiamo
smettendo di essere lievito, sale della terra, luce del mondo e
mettendola sotto il moggio di un'affermazione chiusa, che ha
paura di incontrare, di illuminare tutta la stanza e quindi
chiunque entra. Cosa non è nostro? Tutto è nostro ma solo se noi
siamo di Cristo".
"Siamo sulla stessa barca - ha proseguito Zuppi -, non da
estranei ma da fratelli!", e "quello che ci unisce, della nostra
fraternità, che non è un accessorio e non si acquista con la
tessera ma con il cuore - ha detto rivolto ad Ac - ed è opera
del Signore. L'abbraccio che ci unisce ai poveri, a quell'uomo
mezzo morto che va sollevato e abbracciato per tirarlo su. E la
solitudine, nelle varie stagioni della vita, é come un bandito
che ne ruba metà. E infine l'abbraccio che unisce le persone e
vince e libera dall'amicizia", ha concluso Zuppi.
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