(dell'inviata Enrica Battifoglia)
Dalla robotica allo spazio, la
tecnologia italiana è all'avanguardia a livello internazionale,
ma deve essere valorizzata per essere competitiva e riuscire ad
avere un ruolo di primo piano in un mondo che sta cambiando, con
nuovi equilibri che nel 2025 vedranno la Cina al primo posto nel
mondo, seguita a distanza da Stati Uniti e India. Per questo
serve una forte rete a livello internazionale, hanno detto i
rappresentanti del mondo della ricerca agli addetti scientifici
delle ambasciate italiane, riuniti a Torino nella loro
Conferenza organizzata dal ministero degli Esteri.
Una sfida che riguarda, per esempio, lo spazio, "un settore
in grande espansione sul piano economico, anche perché c'è un
interesse legato alla difesa e la sicurezza", ha osservato a
margine dell'incontro il viceministro degli Esteri Edmondo
Cirielli. Accanto allo spazio, sono eccellenze della tecnologia
italiana settori come microelettronica e tecnologie per
l'ambiente, robotica, materiali per le costruzioni e
farmaceutica: su questi bisognerebbe far leva per rendere il
nostro Paese più competitivo, ha esortato il presidente
dell'Associazione italiana per la ricerca industriale, Andrea
Bairati. La sfida è riuscire a "diffondere e radicare nelle reti
istituzionali italiane nel mondo quanto l'Italia sia un Paese
tecnologico e in cui il valore industriale debba essere
riconosciuto come valore strategico", ha aggiunto Bairati,
mettendo l'accendo sul ruolo importante che gli addetti
scientifici possono avere. "E' da questo - ha aggiunto il
presidente dell'Airi - che dipende la nostra capacità di essere
leader, partner o semplici follower", soprattutto considerando
la mappa della geografia competitiva indicata da molti per il
2050, con la Cina al primo posto seguita da Stati Uniti e India,
con attori importanti come Giappone, Italia, Germania, Francia e
Corea del Sud, e nella quale si affacceranno Nigeria, Indonesia
e Vietnam.
"Se l'innovazione è uno strumento fondamentale per la
crescita economica e lo sviluppo, la ricerca di base,
scientifica e applicata sono strategiche, soprattutto su settori
importanti deep tech e hard tech come le biotecnologie, la
robotica e l'hardware", ha rilevato il direttore di Innovit
Alberto Acito. "In questo senso - ha proseguito - l'Italia e
l'Europa non vogliono restare Paesi di consumo di tecnologie, ma
essere produttori di tecnologie e sfruttare le nostre tantissime
competenze". Per questo, ha proseguito Acito, "connettersi con
gli altri ecosistemi è altrettanto importante, perché
l'innovazione oggi nasce in tanti luoghi e le connessioni sono
strategiche".
Nata come progetto strategico del ministero degli Esteri,
Innovit "a San Francisco ha creato un hub che cerca di
connettere e promuovere la nostra innovazione in un mercato
strategico come quello degli Stati Uniti, ma allo stesso tempo -
ha detto ancora - vuole aiutare i nostri imprenditori e startup,
università e centri di ricerca a collegarsi con un luogo iconico
e importante come la Silicon Valley".
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