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Il Consiglio nazionale del Notariato,
nel corso di un'audizione questa mattina nella Commissione
Sanità e Lavoro del Senato che sta esaminando lo schema di
decreto legislativo riguardante le politiche in favore delle
persone anziane, ha evidenziato i vantaggi "dell'abitare
condiviso", dando la disponibilità della categoria al
legislatore per costruire "un modello più ampio possibile di
tutela per tutti i soggetti fragili, o meno fragili".
In particolare, come illustrato dalla consigliera nazionale
Alessandra Mascellaro, le potenzialità del 'senior co-housing'
vanno dal realizzare "l'abitare condiviso, ma con le funzioni
essenziali in autonomia per ogni anziano" all'azzeramento del
consumo del suolo, "oltre a essere una leva per la rigenerazione
urbana e per il rilancio dell'"industria edilizia di qualità",
attraverso opere diffuse di riqualificazione ecosostenibile
degli immobili residenziali e il riuso del patrimonio costruito,
attuati sulla base di atti di pianificazione, o programmazione
regionale o comunale", fino al "miglioramento della qualità di
vita degli anziani, perché si ottiene un risparmio fino al 30%
dei costi di vita, si ha maggiore sicurezza personale, migliore
assistenza alla persona anziana e socialità diffusa". A seguire,
"nella declinazione della coabitazione intergenerazionale" si ha
pure la chance di "integrare giovani in condizioni
svantaggiate".
Per il Notariato, dunque, "sarebbe opportuno inserire la
previsione legislativa di uno schema contrattuale nuovo, che
possa raccogliere le molteplici istanze sociali", e gli
esponenti della categoria professionale potranno "contribuire,
con la propria opera, a consigliare e dare certezza al rapporto
di convivenza che si andrà a creare".
Mascellaro, infine, ha ricordato gli esiti di una ricerca, in
base alla quale "l'80,4% delle famiglie italiane sono
proprietarie della casa in cui abitano", e "nel 2041 gli over 65
anni saranno il 60% del numero totale di persone sole".
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