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Quando l’IA veglia sui bagnanti

Quando l’IA veglia sui bagnanti

Dal Giappone a Israele passando per la Norvegia, si moltiplicano i progetti che utilizzano l’intelligenza artificiale per ridurre il rischio di annegamento

08 luglio 2022, 19:48

Redazione ANSA

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Quando l’IA veglia sui bagnanti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando l’IA veglia sui bagnanti - RIPRODUZIONE RISERVATA
Quando l’IA veglia sui bagnanti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Di Alessio Jacona*

Il sole è caldo, le spiagge del Pacifico sono affollate e migliaia di persone fanno il bagno per trovare ristoro. Sarebbe insomma una giornata estiva come tante lungo le coste del Giappone se non fosse che, nella prefettura di Kanagawa a sud di Tokyo, a vegliare sui bagnanti insieme con i bagnini c’è per la prima volta  anche l’intelligenza artificiale.

Lo riferisce la testata Mainichi Shimbun, secondo cui le autorità locali hanno introdotto un sistema di sorveglianza basato su IA che individua le pericolose correnti di risacca - responsabili del 60% dei decessi per annegamento - e invia automaticamente avvisi di pericolo a turisti e operatori di sicurezza.

Il sistema è stato addestrato grazie ai dati raccolti nell’arco di sei mesi davanti alla spiaggia di Yuigahama, popolare spiaggia nella città di Kamakurada, da un gruppo congiunto di esperti della Japan Lifesaving Association e della Chuo University di Tokyo. La spiaggia ha riaperto lo scorso 1° luglio, dopo essere stata chiusa per due anni a causa della pandemia di coronavirus, e ci si aspetta un grande afflusso di turisti sia perché è una località molto apprezzata per il surf, sia perché le previsioni metereologiche promettono un’estate più calda del solito.

Quella di Yuigahama non è tuttavia la prima occasione in cui si è pensato ad utilizzare l’IA per salvare le persone dall’annegamento: già nel 2021 a Trondheim, in Norvegia, è stata infatti condotta una sperimentazione per addestrare l’IA a riconoscere e segnalare persone in difficoltà tra i flutti. Il progetto ha coinvolto diversi volontari che a turno si sono tuffati nel fiume Nidelva per insegnare al sistema come riconoscere i bagnanti a rischio. La tecnologia utilizzata è quella della norvegese Zebop, che utilizza in modo innovativo prodotti e soluzioni solitamente impiegati per l'acquacoltura: nel caso di Trondheim, l’azienda ha sviluppato una soluzione basata su telecamera intelligente che utilizza software di computer vision per riconoscere, registrare e segnalare quando una persona cade in acqua ovunque ciò non sia normale, o addirittura pericoloso.

Qualcosa di molto simile sta succedendo da circa un anno anche in Israele, lungo la costa davanti alla città di Ashdod, a sud di Tel Aviv: qui, grazie a un software sviluppato dalla società SightBit, l’IA utilizza le informazioni raccolte dalle telecamere di sorveglianza per determinare chi si trova in acqua (se un adulto o un bambino, ad esempio) e individuare se il soggetto è in difficoltà, oltre che rilevare quale sia la direzione e la forza della corrente in quel punto. Se viene individuata una minaccia, il programma invia un avviso al tablet del bagnino più vicino, insieme con istruzioni per intervenire.

*Giornalista, esperto di innovazione e curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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