Ricorre oggi il decennale
dell'alluvione che il 3 maggio 2014 interessò soprattutto la
città di Senigallia (Ancona), causando tre morti e danni per
centinaia di milioni di euro. La città è stata allagata
nuovamente nel 2022, con un bilancio ancora peggiore: 13
vittime, soprattutto nell'entroterra vallivo, e un impatto da
circa due miliardi di euro. "Secondo me non c'è paragone tra i
due eventi - dice all'ANSA l'attuale sindaco di Senigallia,
Massimo Olivetti, che nel 2014 era primo cittadino di Ostra
(Ancona), paese interessato dai due eventi alluvionali - perché
il secondo è stato molto più violento e con conseguenze più
gravi, per giunta in un territorio più vasto. Con l'anomalia che
qui a Senigallia non s'è visto il maltempo ma solo una enorme
massa d'acqua che ha allagato tutto quanto".
Anche le modalità furono diverse: "nel 2014 - ricorda il
primo cittadino - c'è stata la rottura di un tratto dell'argine,
nel 2022 il sormonto in vari punti della vallata; la volta
precedente c'erano stati giorni di pioggia precedenti
l'alluvione, stavolta c'è stato il fulmine a ciel sereno, che
forse è più preoccupante".
Sicuramente entrambe hanno portato morte e devastazione: "in
parte c'è la responsabilità dell'uomo - afferma Olivetti - per
aver costruito dove non si poteva". Oggi molti cittadini
chiedono la delocalizzazione, poter essere indennizzati del
valore dell'abitazione per lasciare alcuni quartieri e frazioni.
Oltre alla rabbia, c'è tanta rassegnazione della comunità, per
aver subito due eventi gravissimi in appena otto anni. "Oggi
però siamo più preparati rispetto al 2014 o al 1976 - continua-:
all'epoca si andava in base alla conoscenza popolare, oggi sono
a disposizione molti più strumenti. E' cambiata la percezione
del fiume, le previsioni meteorologiche, abbiamo potuto dare un
preavviso che ha permesso di cercare un riparo per sé e
allontanare molte auto dalle zone esondate". E poi tutto il
capitolo della protezione civile, che nel 2022 ha potuto
esprimere più capacità risolutive rispetto al 2014. Resta la
questione della messa in sicurezza.
"Ricordo però che quando iniziai a votare nel 1983 si parlava
di vasche di espansione: in 40 anni non è stato fatto niente per
queste casse. - lamenta il sindaco di Senigallia - Spero che
quest'ultimo evento abbia accelerato i tempi, ma vedo che c'è la
paura della responsabilità giudiziale che blocca alcuni
interventi, come per ponte Garibaldi. Fino ad oggi però non è
stato messo a posto alcun ponte tranne uno al Brugnetto, e ciò
lascia perplessi".
Sul letto del fiume però si è intervenuti: "è stato fatto un
grosso lavoro, con l'asportazione di tanto materiale, ma per
capirne gli effetti dobbiamo vedere come reagirà il fiume
durante una piena". Tra le differenze tra 2014 e 2022 c'è lo
stanziamento rapido dei 400 milioni di fondi statali che ha
permesso interventi di somma urgenza in vari punti, l'erogazione
di contributi e primi indennizzi a famiglie, imprese ed enti
locali. "Per noi significa non dover alzare la tari del 30 o 40%
come l'altra volta, - conclude il sindaco - ma anche ai
cittadini ha dato un aiuto perché, pur non bastando, hanno
permesso i primi interventi di sistemazione delle case. Ad oggi
gli sfollati sono meno di 50 persone e stiamo cercando di capire
come risolvere le problematiche per le abitazioni in area Pai
(Piano per l'Assetto Idrogeologico, ndr)".
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