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Oltre 'boomer'!, le nuove parole dei ragazzi italiani da sapere

Oltre 'boomer'!, le nuove parole dei ragazzi italiani da sapere

Da Cursare a Snitchare i termini dello slang da tiktoker della Gen Z

22 gennaio 2024, 16:16

(di Agnese Ferrara)

ANSACheck

Un gruppo di ragazzi balla in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un gruppo di ragazzi balla in città foto iStock. -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Un gruppo di ragazzi balla in città foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nati sui social, in primis sulle piattaforme del gaming come Twitch ma anche su TikTok ed Instagram, i termini tipici dello slang usato dalla Generazione Z (ma adottati sempre di più anche dalla successiva, la Gen Alpha), si arricchiscono di nuovi termini intraducibili alle orecchie di che è nato diversi anni prima ma che hanno significati puntuali (ed ironici) che andrebbero conosciuti per comprendere meglio i più giovani. lo slang dei nostri ragazzi è un linguaggio che pesca molto dall’inglese, poi viene adattato nel contesto del gioco e poi semi-tradotto ma è anche frutto della fantasia di chi per primo lo conia. Il resto lo fanno i social con la condivisione di meme e post e la generazione Z è subito pronta ad adottare il nuovo linguaggio. Sono almeno 20 i neologismi recenti scovati nei trend dei social più battuti e ascoltati nelle chiacchiere fatte tra adolescenti e pre-adolescenti in queste settimane. Dopo gli arcinoti ‘amio’ (contrazione di amore mio) e ‘boomer’ (per prendere in giro lamentele o raccomandazioni paternalistiche rivolte ai ragazzi dai cinquanta-settantenni), lo slang si arricchisce continuamente.
Dalla fine del 2023 si sta diffondendo sempre di più il neologismo ‘apayay’ (o apayinye, e altre numerose variazioni). il termine è senza senso ed è la risposta/presa in giro da dare quando l’interlocutore non ha capito la domanda, formulata volutamente in modo poco chiaro, e risponde ‘eh?’. Segue ‘poser’ (traduzione letterale dall’inglese ‘colui che posa’) per definire chi finge di essere qualcuno per avere consenso sociale, insomma chi falsa i propri atteggiamenti e viene smascherato. Tra il gergo integralmente preso dall’inglese-americano, a cui spesso i ragazzi danno un nuovo significato, si segnalano inoltre ‘bae’ (before everyone else) usato per indicare la fidanzata o il fidanzato; ‘bestie’ , forma contratta e vezzeggiativa di best friend e ‘crush’ (dall’inglese infatuazione) che ora si usa per indicare la persona di cui si è innamorati. Inoltre ‘hype’ (dall’inglese eccitazione) per indicare l’eccitazione riguardo ad un evento; ‘mood’ per indicare, come in inglese, lo stato d’animo e, molto battuto, ‘Pov’ (point of view) per parlare del proprio punto di vista. Resiste ancora ‘boomer’, diminuitivo di baby boomer usato per indicare i nati dopo il boom economico degli anni ’60. Hanno appena sondato lo slang nato sulle piattaforme di gaming ma che è adesso di uso comune tra i nostri ragazzi gli analisti della startup dedicata alla formazione linguistica e culturale, Woleex. 

Le nuove parole dei ragazzi italiani

Il gergo del 2024 per i ragazzi italiani contiene almeno 12 termini:

- Blastare: dall’inglese 'to blast' distruggere. Nello slang si usa per indicare una vittoria schiacciante sull’avversario, che sia in un gioco o in una discussione nei commenti sui social

- Blessare: dall’inglese ‘to bless’ benedire, è un termine utilizzato quando c’è stato un avvenimento positivo, ad esempio, “che bless questa giornata”

- Chillare: dall’inglese ‘to chill’ rilassarsi. Mantiene il suo significato anche nello slang.

- Cursare: dal verbo ‘to curse’. Viene usato quando c’è stato un avvenimento negativo, ad esempio ‘questo mi ha cursato’ ma anche per indicare oggetti che portano sfortuna.

- Cringiare: dal verbo ‘to cringe’, si usa per descrivere qualcosa o un avvenimento imbarazzante o fastidioso da suscitare disagio negli altri, ad esempio ‘ho cringiato la battuta’.

- Droppare: dall’inglese ‘to drop’ cadere/rilasciare. Usato dai cantanti d’oltreoceano quando rilasciano un nuovo singolo, ora nello slang viene utilizzato per le nuove uscite di musica, giochi, serie tv ecc.

- Flexare: dall’inglese 'to flex' sfoggiare. Nello slang è il vantarsi o lo sfoggiare abbigliamento alla moda oppure abilità (corrispettivo di ostentare italiano).

- Friendzonare: dall’inglese 'friend' e 'zone' amicizia e zona. Nello slang indica il relegare un pretendente innamorato ad un rapporto di semplice amicizia.

- Ghostare: dall’inglese 'ghost' fantasma. Nello slang indica il dileguarsi da una situazione o da una conversazione. Questo termine è molto usato al participio passato: “mi ha ghostato”; è sparito senza dirmi perché.

- Shippare: dall’inglese 'to ship' sostenere. Nello slang si usa per sostenere una relazione tra due persone(= la ship).

- Snitchare: dall’inglese 'to snitch' fare la spia. Mantiene significato nello slang.

- Triggerare: dall’inglese 'to trigger' innescare. Nello slang si usa per indicare un qualcosa che provoca una reazione negativa molto forte, un fastidio estremo come la rabbia.

Scialla, lo slang che divenne titolo di un film

"Postare”, “Un botto” e “Spoilerare” sono altrettante parole del nuovo linguaggio della Gen Z,  termini – talvolta onomatopeici oppure acronimi – che derivano soprattutto dal linguaggio anglosassone e vengono utilizzati senza essere tradotti, perché non hanno un corrispettivo nelle altre lingue. Si aggiungono agli arcinoti  "Cringe” e “Boomer”, con cui gli adulti sono regolarmente apostrofati dai figli e poi ancora "Spoilerare", "Mai 'na gioia”, l'ormai antico Scialla che fu anche il titolo di un bel film generazionale del 2011 diretto da Francesco Bruni con Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobuova e Filippo Scicchitano. Anche se un gran numero di persone trova lo slang fastidioso, non c'è modo di fermare l’utilizzo di questo slang. Nel report di Preply per scoprire quali sono le parole in slang più utilizzate, dove le si impara, chi le utilizza di più e che cosa pensano gli italiani rispetto all'utilizzo di un linguaggio gergale, è emerso che la stragrande maggioranza degli italiani (89%) ammette di usare lo slang e quasi uno su cinque lo usa nella maggior parte delle conversazioni. Per avere un'idea dei termini gergali più comuni, oltre i due terzi (70%) degli intervistati conosceva e capiva “Postare”, “Un botto” e “Spoilerare”. 

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