/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Car-t terapie salvavita, in Campania attivi due nuovi centri

Car-t terapie salvavita, in Campania attivi due nuovi centri

Il nodo della sostenibilità e il modello del Friuli.

NAPOLI, 08 aprile 2024, 15:08

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

CAR-T, terapia salvavita: si aggiungono oggi nuove indicazioni in clinica con grandi aspettative di guarigione per un ventaglio di malati oncoematologici più ampio e con prospettive anche nei tumori solidi. Ciò mentre scadono i tre anni che definiscono l'innovatività (e la copertura dal relativo fondo nazionale) e si aggiungono nuove indicazioni, in fasi più precoci di malattia (ad esempio nel mieloma e nel trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B e linfoma a cellule B ad alto grado refrattario), in cui le Car-t migliorano notevolmente la prognosi. Al contempo si pone il problema della sostenibilità dei costi e della riarticolazione dei centri autorizzati. In Italia sono 45, ma ognuno con soluzioni organizzative diverse: hub e spoke in Lombardia, mono hub in Emilia Romagna, in rete in Toscana, nessun centro in Sardegna, mentre emerge il modello di governance del Friuli Venezia Giulia che ha individuato un fondo ad hoc da 2,5 milioni di euro annui per garantire il fabbisogno e un accesso rapido e certo ai pazienti arruolabili.
    Obiettivo: accendere i fari sulle realtà dei vari territori e individuare le necessità e urgenze delle cure Car-t. In definitiva proporre modelli più appropriati e sostenibili di questa innovazione salvavita e accendere i fari sulle migliori esperienze sviluppate nelle Regioni.
    Francesca Futura Bernardi dirigente del settore farmaceutico della Regione Campania - in un tavolo proposto dall'Osservatorio innovazione di Motore Sanità, tra clinici, esperti di sanità pubblica, figure istituzionali impegnate nell'attività legislativa, che ha chiuso la Road map tra le Regioni inaugurata un anno fa e snodatasi attraverso eventi e approfondimenti, in presenza e in remoto, lungo lo Stivale, in un webinar svolto nei giorni scorsi con il contributo non condizionante di Gilead / Kite - ha ricordato come sia in fase di completamento la rete ematologica regionale in cui ai due iniziali centri Car-t (policlinico e Santobono per la pediatria) se ne siano aggiunti altri due per adulti (al Moscati di Avellino e al Cardarelli di Napoli, quest'ultimo in via di certificazione). "Puntiamo a gestire e definire un percorso che abbia tutti i punti territoriali in grado di intercettare i pazienti eleggibili nella rete Car-t e stiamo completando la prima rete oncoematologica". Tutti nodi da cui emerge un modello vincente attuato in Friuli Venezia Giulia che ha istituito un fondo dedicato alle procedure Car-T, che consente un approccio in cui la procedura non sia l'ultima spiaggia ma garantita al paziente quando ve ne è bisogno. Una realtà toccata con mano da Joseph Polimeni ex commissario in Camoania e da alcuni anni direttore generale ARCS Friuli-Venezia Giulia: "C'è ancora da migliorare magari nell'analisi del fabbisogno - ha detto - ma abbiamo stanziato 2,5 milioni annui per le Car-t, fondi sovra aziendali, regionali. Puntiamo a stimare in maniera precisa il target e il fabbisogno. A mio avviso va superato il sistema a silos e a tetti di spesa ormai anacronistico. Stanziare budget di impatto e soddisfare le richieste indicate è la strada visto che ci troviamo di fronte a opzioni terapeutiche che aumentano qualità e quantità di vita. Oggi parliamo di Car-t domani sarà l'Intelligenza artificiale".
    Massimo Martino, responsabile del Centro unico regionale della Calabria e anche presidente del gruppo italiano trapianto midollo osseo ritiene che la terapia Car-t sia "abbastanza sviluppata in tutta Italia, ormai anche al Sud anche se trovo assurdo che ancora in Sardegna non si possa fare, ma il messaggio che le Car-t non sono effettuabili in Italia su larga scala non è la realtà - ha aggiunto - la migrazione è in questo campo una scelta personale non di opportunità". Concetti confermati nell'intervento di Pellegrino Musto, ordinario di Ematologia al Policlinico di Bari. Gaspare Guglielmi, dirigente presso il centro del Cardarelli di Napoli, ha ricordato uno studio della Tor vergata e Cattolica in cui emerge che le terapie innovative, comprese le Cart, "siano sottoutilizzate in Italia rispetto ai pazienti che ne potrebbero fare uso sia per i costi (se volessimo trattare tutti servirebbero 4 mld), sia per le carenze strutturali, organizzative e di personale delle reti". Guglielmi ha fatto poi riferimento al modello Hcv, in cui anni fa dove a fronte di un numero di pazienti eleggibili molto elevato e di risorse limitate si è riusciti comunque a trattare tutti.
    Gianni Amunni coordinatore scientifico Ispro ha sottolineato come il tema delle terapia salvavita innovative Car-t debba essere all'ordine del giorno della politica considerato l'impatto biotecnologico, le nuove indicazioni, l'efficacia salvavita su pazienti che non hanno alternative di cura. "Serve in ogni regione una rete oncoematologica che diventi una sottorete clinica di quella oncologica generale - ha ricordato - per garantire equità e omogeneità dell'offerta. Il diritto all'innovazione vale soprattutto per Car-t perché è una procedura cambia il destino dei pazienti e non possiamo accontentarci di un capitolo di spesa indistinto assegnato con i criteri attuali a scadenza ogni tre anni". Le Car-t dunque una chiave di volta per interpretare la spesa in oncologia: essendo una procedura salvavita deve essere garantita a tutti i soggetti eleggibili, considerando che altre terapie in quinta e sesta linea che comportano un vantaggio di poche settimana sono messe sullo stesso piano. Ciò significa programmare la spesa dei centri in base ai fabbisogni crescenti, stipulare accordi tra Regioni dopo aver definito il fabbisogno nazionale, disporre di team completi e adeguati a gestire la tossicità. Da qui Amunni ha rivolto lo sguardo al tema spinoso del sottofinanziamento del Servizio sanitario nazionale. "Non si può più parlare in Sanità di costi indistinti e di tetti di spesa in maniera ragionieristica. In particolare in Oncologia dove i malati si cronicizzano e i costi lievitano enormemente".
    A fare da contraltare l'intervento di Claudio Zanon direttore scientifico di Motore Sanità che ha ricordato come il fondo per gli innovativi non viene speso per intero da tutte le Regioni e la parte organizzativa gestionale incida eccome sulla sostenibilità.
    "Ne emerge un quadro variegato e articolato, fatto di luci e ombre - ha poi aggiunto - le prime relative alle soddisfacente distribuzione dei centri regionali, anche in molte realtà del Sud, all'interno di reti ematologiche hub e spoke. Ombre invece relativamente ai ritardi di alcune compagini (in Sardegna non c'è neppure un centro) e alla sostenibilità economica spesso legata all'uso non sempre efficiente del fondo per l'innovatività e ad una programmazione che continua a considerare l'innovazione un costo, anziché un investimento. Uno scoglio da superare ora che alle iniziali indicazioni si sono aggiunte quelle su linfoma diffuso a grandi cellule B in seconda linea, nella leucemia linfoblastica acuta, linfoma follicolare e mieloma multiplo. Senza considerare i nuovi promettenti usi nei tumori solidi con una speranza di vita unica per chi non ha altre alternative terapeutiche".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza