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Al Teatro Nuovo 'Dall'altra parte. 2+2=?' di Emanuele D'Errico

Al Teatro Nuovo 'Dall'altra parte. 2+2=?' di Emanuele D'Errico

Una metaforica involuzione di tre gemelli appena concepiti

NAPOLI, 16 aprile 2024, 15:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Marian Diamond, neuroscienziata e professoressa della University of California, ha dimostrato che il 50/75% dei neuroni viene perso durante lo sviluppo prenatale e si continuano a perdere neuroni lungo tutto l'arco della vita.
    Dalla lettura di questo studio Emanuele D'Errico, regista, autore e uno dei tre attori in scena, con Dario Rea e Francesco Roccasecca, ha dato vita al racconto scenico 'Dall'altra parte.
    2+2=?', in scena sabato 20 aprile alle 19 (replica domenica 21) al Teatro Nuovo di Napoli.
    Presentato da Putéca Celidònia e Cranpi, l'allestimento si avvale della voce fuori campo di Clara Bocchino, le scene d Rosita Vallefuoco, le luci di Giuseppe Di Lorenzo, il sound design e le musiche originali di Tommy Grieco, i costumi di Giuseppe Avallone, le maschere di Luca Arcamone.
    La sinossi: "Siamo nell'utero materno, qui si incontrano tre gemelli eterozigoti appena concepiti, consapevoli che, con il passare del tempo e l'avvicinarsi della nascita, perderanno gradualmente neuroni fino a raggiungere la totale incoscienza natale". Cosa si fa nell'attesa? Come vivono tre feti obbligati in uno spazio così misterioso come il ventre materno? Nascono sfide e competizioni interrotte da scosse esterne che scandiscono il passaggio del tempo. Ad ogni scossa qualcosa cambia: la loro postura, le loro capacità intellettive. Le informazioni vanno scemando, il gioco diventa sempre più infantile, il loro linguaggio meno forbito, ma alla quarta scossa qualcosa non va come le volte precedenti.
    "È dal teatro - afferma il regista - che tutto nasce, da un lavoro di scrittura scenica. È iniziato con una corda di canapa di circa dieci metri che ci teneva legati in modo indissolubile.
    Da questo legame fisico e metaforico è nato il processo di ricerca, sperimentando la sensazione di questo impedimento in tutte le sue sfaccettature". Tra stralci di drammaturgia rubati spesso dalla vita quotidiana, un pezzetto alla volta, in un processo di sviluppo simile a quello del feto in gestazione, è nato lo spettacolo che ha preso vita grazie al contributo di una compagnia in perenne scambio e confronto con ogni maestranza.
   
   

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