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In evidenza
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Il mercato dell'edilizia va verso "la
normalizzazione", a seguito della "fase espansiva determinata
soprattutto dal Superbonus e da altri incentivi": nel 2023,
infatti, le ore lavorate nel comparto "sono aumentate rispetto
al 2021 del 30,1%", però già lo scorso anno il 'segno più' è
stato "soltanto del 3,2%". Lo si legge nel rapporto della
Commissione nazionale paritetica delle Casse edili, che mette in
luce "l'incremento, nell'ultimo anno, di 30.000 operai attivi in
più", al confronto con l'annualità precedente, con livelli,
però, non omogenei nella Penisola. Nel 2022 il Sud e le Isole
registravano una salita dei lavoratori "rispettivamente del 30%
e del 35%, rispetto all'anno precedente, mentre nel 2023 la
variazione si attesta sotto la media nazionale (+5%) per il Sud
(3%) e il 'trend' diventa leggermente negativo per le Isole
(-0,5%)".
Al contrario, specifica il dossier, "il Nord Est si caratterizza
per dinamiche più equilibrate, scontando il calo di attività
molto rilevante in Trentino Alto Adige e in misura minore in
Friuli Venezia Giulia, passando da un +10% nel 2022 a poco meno
del +3% nel 2023"; meglio va nel Nord Ovest e nelle regioni del
Centro, dove nell'ultimo anno "il numero medio dei lavoratori è
cresciuto rispettivamente del 7,5% e del 6,7%". Nel documento,
poi, si segnala "la crescita dei lavoratori stranieri", nel
nostro Paese: basti pensare che, ad oggi, nelle regioni del Nord
Ovest "si avviano a rappresentare circa il 60%" del personale in
esercizio nei cantieri. E, globalmente, la manodopera non nata
in Italia, tra il 2018 e il 2022 è passata da 165.492 a 260.590
unità, mentre 'pesano', si legge nel testo, l'invecchiamento
degli addetti e le difficoltà di attrarre personale nelle fasce
più giovani della popolazione, sia italiana che straniera: la
fascia più consistente "è rappresentata da chi ha tra i 36 e i
50 anni, il 43,4%, seguita dalla fascia successiva fino a 60
anni, e insieme rappresentano il 79,3% del totale" di chi opera
nelle costruzioni.
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