La cassa
integrazione da inizio anno coinvolge 350 aziende e 2700
lavoratori per un totale di 1750 ore. Sono i numeri della crisi
della filiera della moda resi noti oggi a Santa Croce sull'Arno
(Pisa) dalla Cgil che aggiunge: "Ci sono già stati i primi 75
licenziamenti: stiamo parlando di aziende con più di 15
dipendenti che quindi hanno l'obbligo di fare la comunicazione
al sindacato, ma supponiamo che i posti di lavoro persi siano
molti di più perché non possiamo avere contezza di quello che
succede o è già successo nelle realtà più piccole".
"La tenuta del distretto è rischio - sottolinea Loris
Mainardi. segretario regionale Filctem Cgil - sull'onda di
questa crisi che viene da lontano, passata attraverso il Covid e
si è acuita prima con la guerra in Ucraina e poi con le tensioni
in Medio Oriente. Tutta la filiera della moda è in crisi perchè
quando ci sono tensioni crollano gli acquisti: non si produce
pelle perché i livelli di vendita di beni di lusso sono
bassissimi". E che ci sia stato un crollo nella produzione,
osserva Mainardi, "lo si evince anche dal lavoro dei depuratori
dove si registra un calo delle acque depurate che supera il 40%:
questa non è solo la crisi della conceria, ma di tutto il
settore moda che per la Toscana è il primo motore e infatti
registriamo livelli preoccupanti come quelli di Santa Croce
anche nel tessile pratese, nella pelletteria fiorentina e nelle
confezioni". Per Alessandro Conforti della Cgil di Santa Croce
"ad aggravare il quadro c'è il nodo della cassa integrazione
delle piccole aziende artigiane che ha una durata inferiore,
tant'è che per molte sta finendo e occorre agire subito per
questo abbiamo chiesto un tavolo in Regione per l'azzeramento di
quanto già utilizzato dagli artigiani per poter ripartire con il
pieno delle ore disponibili e traghettare molte aziende al dopo
ferie".
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