La potenziale elezione di Trump alla
presidenza Usa e una possibile vittoria della Russia in Ucraina
come principali fattori d'instabilità in Europa. Con appena il
29,8% di un panel di intervistati che è ottimista e considera le
elezioni come una possibile svolta nella costruzione dell'Unione
europea.
Sono alcuni dei risultati principali del rapporto Aibe-Censis
2024, realizzato con l'Associazione italiana banche estere, che
indaga sui fattori di incertezza e le aspettative della comunità
internazionale riguardo il prossimo mandato di legislatura
europeo, delineandone le priorità. Riguardo l'Italia, il
presidente dell'Aibe Guido Rosa evidenzia "la preoccupazione,
espressa nel report, riguardo l'attuazione del Pnrr, sia per
quanto riguarda la tempistica, sia per la capacità di generare
un impatto significativo sull'economia e sulla società nel lungo
termine", aspetto legato "al tema delle riforme da sempre
promesse e mai attuate della Pubblica amministrazione".
Inoltre - prosegue Rosa - "una seconda riflessione fa
riferimento al ritorno del patto di Stabilità e Crescita,
fattore di preoccupazione per il 33,3% degli intervistati. La
preoccupazione maggiore, però, riguarda l'atteggiamento dei
rappresentanti italiani verso le nuove regole approvate dal
Parlamento europeo, atteggiamento che solleva interrogativi
sulla percezione da parte della politica italiana della gravità
del livello di debito pubblico".
Il rapporto, attraverso interviste condotte dal 22 aprile al
2 maggio, indica che il 35,1% del panel è favorevole a politiche
di condivisione del debito pubblico a livello Ue, il 53,6%
ritiene che l'emissione di debito pubblico europeo sia la
strategia preferenziale per finanziare la doppia transizione
ecologica e digitale e le spese per la difesa. Il 42,1% del
panel non considera le elezioni europee come un elemento di
discontinuità rispetto al passato, in un contesto in cui "gli
attuali condizionamenti geopolitici, ovvero le guerre, la crisi
energetica, l'accesa competizione tecnologica, stanno
indebolendo e marginalizzando l'Europa, costringendola a un
ruolo di secondo piano rispetto a Stati Uniti, Cina, e Brics
mentre le pressioni interne e l'ascesa di schieramenti
antieuropeisti potrebbero ostacolare le riforme e gli
investimenti strategici".
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