LA III M DELL'ISTITUTO AMALDI DI ROMA
CON CHRISTIAN RAIMO, LETTERA ALLA SCUOLA (FELTRINELLI, PP. 168,
EURO 14)
Christian Raimo, scrittore e docente, ha insegnato per un
anno all'Istituto Amaldi, alla periferia di Roma, nel quartiere
Castelverde. Lettera alla scuola, disponibile per Feltrinelli
racchiude il pensiero degli studenti. Il volume ha preso vita
dopo la lettura, fatta da Raimo e i suoi alunni, del testo
Lettera a una professoressa di don Milani. La classe ha
riflettuto sullo stato di salute della scuola di oggi, mettendo
nero su bianco proposte e desideri. Nonché frustrazioni: "Vi è
mai capitato - scrivono - di avere la sensazione di essere
intrappolati nella vostra vita? Vogliamo dire: svegliarsi alle
6, entrare a scuola alle 8, mezza giornata di lezioni, tornare a
casa, mangiare, non avere nemmeno il tempo di riposare che
subito ti sale l'ansia per il carico di roba da studiare, finire
spesso i compiti in tarda serata e buttarsi a letto, cercando di
dormire più ore possibili per poi svegliarsi al mattino con
l'ansia di un compito o di un'interrogazione".
"Gli studenti italiani - aggiungono - sono tra quelli che
studiano in media più ore in tutti i paesi europei, e questo
sistema sicuramente ci fa apprendere molto, ma a quale prezzo? A
scapito della nostra salute e del nostro benessere".
Poche ore di sonno, fanno sapere. Niente relax nel weekend o nel
periodo delle vacanze: "Abbiamo sempre dei compiti extra.
Quand'è che dovremmo avere un po' di tempo per noi stessi?", si
domandano.
Quanto ai voti, affermano: "Molti studenti hanno vissuto
periodi di depressione per colpa dei voti troppo bassi. Una
verità che gli adulti non possono smentire è che questi voti non
restano nell'ambito scolastico, ma invadono la sfera emotiva".
Nel libro è riportata la testimonianza di un genitore: "Un 3
distrugge la curiosità e ti blocca: non ti permette di superare
i confini".
Riguardo ai professori, qual è il modello ideale? Le risposte
degli studenti: "un insegnante deve essere disposto all'ascolto
e al dialogo", un docente non deve pensare "di aver a che fare
con dei robot", dicono i ragazzi.
Il volume nasce perché "a scuola si parla di tutto, ma c'è un
tema che non viene quasi mai affrontato: la scuola stessa",
spiegano gli alunni della III M nell'introduzione.
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