E' nella forma di una lettera alla
città e ai baresi che il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha
scelto di impostare il suo ultimo discorso da primo cittadino
alla cerimonia inaugurale della 86/a Fiera del Levante (il suo
secondo mandato scadrà nel prossimo maggio).
"Cara Bari, tu lo sai, io non lo volevo fare il sindaco - ha
detto commuovendosi a tratti e riscuotendo applausi - Ma tu
giorno dopo giorno mi hai conquistato. Con il buio dei tuoi
dolori e la luce della tua vitalità, con le bestemmie dei tuoi
vicoli e la poesia del tuo mare, con il tuo masochismo e la tua
laboriosità, con i tuoi pettegolezzi da provincia e il tuo
talento da capitale europea. Mi hai fatto innamorare di questo
mestiere faticoso e bellissimo, di questo incessante
incontro-scontro con i tuoi concittadini".
"E ora, lo confesso, ho paura del giorno in cui mi toglierò per
l'ultima volta questa fascia", perchè "sta per concludersi
l'esperienza più bella della sua vita. Ho paura, ma non ho
rimpianti. Ho la coscienza in pace", non "perché ho fatto tutto
bene" ma perchè "tutto quello che ho fatto, l'ho fatto soltanto,
esclusivamente, per te. Sii felice, tu sei Bari".
"In vent'anni, insieme di strada ne abbiamo fatta tanta - ha
detto riferendosi anche al decennio da assessore al traffico
nella giunta Emiliano che ha preceduto il suo mandato - Ma
tanta, tantissima strada ancora dovrai fare.
Sarà una strada faticosa, ma non dovrai percorrerla da sola. Hai
più di 320.000 persone che ti ameranno e che cammineranno al tuo
fianco. Sono persone che io oggi voglio ringraziare ad una ad
una perché gli artefici dei tuoi cambiamenti, cara Bari, non
sono i sindaci, né gli assessori, né i consiglieri. Sono loro,
sono i tuoi figli. Sono i baresi".
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