Le colossali rovine romane delle
Terme di Caracalla che si specchiano nell'acqua di un'enorme
vasca dall'aspetto minimale e contemporaneo. Alti zampilli che
evocano le antiche fontane, nuvole di vapore che a intervalli si
alzano leggere a coprire le mura possenti, un po' come doveva
essere 1800 anni fa, quando questi ambienti, sfavillanti di
marmi di tutti i colori, zeppi di statue, di libri e di giardini
odorosi, erano un cuore pulsante della Roma imperiale, un posto
dove ci si curava del corpo, sì ma anche dello spirito, della
mente e degli affari.
Parte da un segno di architettura contemporanea, il progetto di
riqualificazione che punta a rivoluzionare l'esperienza di
visita nel sito archeologico gioiello dell'area centrale.
L'idea, spiega direttrice Mirella Serlorenzi è proprio questa:
ripartire dall'acqua che qui manca ormai dal V secolo, per
aiutare i visitatori di oggi a ritrovare l'essenza dei luoghi di
allora. Progettato dall'architetto Hannes Peer e finanziato con
500 mila euro della soprintendenza speciale di Roma diretta da
Daniela Porro, lo specchio d'acqua, sopra al quale si poggia
leggero un palco destinato agli spettacoli, è in realtà solo il
primo passo di un piano finalizzato a restituire la percezione
di questi luoghi come erano nell'antichità: "L'area verde
diventerà un giardino botanico con architetture effimere ed
essenze odorose, un luogo dove si potrà passeggiare e meditare
come allora, riporteremo qui anche le farfalle e le api",
anticipa la direttrice. Con un finanziamento iniziale di 8
milioni provenienti da Pnrr, soprintendenza e MiC, il progetto
prevede tra i suoi primi step la riapertura dell'antico ingresso
sulla via di Caracalla, proprio quello che duemila anni fa
usavano gli antichi romani, con una nuova biglietteria e due
aree verdi aperte alla città. L'acqua verrà portata anche
all'interno delle strutture, evocata negli ambienti una volta
destinati alla cura del corpo. E grazie alla messa in sicurezza
delle strutture si conta di riaprire al pubblico in futuro anche
gli spazi fino ad oggi rimasti chiusi. Intanto, proprio per
rievocare lo stretto rapporto che questi luoghi hanno avuto con
le arti, si parte con gli spettacoli: l'inaugurazione il 13
aprile con una coreografia di Aterballetto sulle note di
Gershwin.
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