Dopo l'esecuzione lo scorso
febbraio della Quinta Sinfonia da parte di Oksana Lyniv,
l'omaggio del Teatro Comunale di Bologna al compositore
austriaco Anton Bruckner nel bicentenario della nascita prosegue
il 29 marzo alle 20.30 all'Auditorium Manzoni con la Sesta per
la quale torna sul podio Hartmut Haenchen. Volto noto al
pubblico bolognese per avere diretto la Terza nel 2022 e la
Settima nel 2023, il maestro tedesco (è nato a Dresda, nella ex
Germania dell'Est, nel 1943) prosegue nell'esplorazione del
corpus sinfonico di Bruckner con "La più sfacciata, ma anche la
più sincera" (così la defnì proprio l'autore) delle nove
sinfonie del compositore austriaco tardo-romantico.
La prima esecuzione della Sesta Sinfonia bruckneriana fu a
Vienna nel 1899, dopo che il compositore l'aveva scritta a più
riprese tra il 1879 e il 1881, con la bacchetta di Gustav
Mahler. Anche se delle sue nove sinfonie la N. 6 è una delle più
trascurate, tra gli interpreti che ne tessero le lodi ci fu
l'italiano Gianandrea Gavazzeni, che la definì "intima e
teologale, fantastica e solare". Celebre è l'Adagio in fa
minore, pagina orchestrale tra le più ispirate di Anton
Bruckner. Sono ancora di un compositore austriaco, Alban Berg,
personalità di spicco del primo Novecento musicale ed esponente
della cosiddetta "Seconda scuola di Vienna", i Tre pezzi per
orchestra, Präludium, Reigen e Marsch, che apriranno il
programma. Scritti tra il 1913 e il 1915 con dedica ad Arnold
Schönberg, maestro di Berg, per il suo quarantesimo compleanno,
i tre brani vennero suggeriti proprio da Schönberg al suo
allievo con l'invito a non scrivere una sinfonia sul modello
dell' "adorato" Mahler, ma di concentrarsi sulla forma dei
"pezzi per orchestra", così come lui stesso aveva fatto nel 1909
coi i "Fünf Orchesterstücke".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA