La siccità e il clima arido degli
ultimi mesi hanno determinato, per il mais, in Emilia-Romagna,
un calo produttivo del 60%. E' quanto segnala Cia-Agricoltori
Italiani Emilia Centro, associazione che raggruppa i produttori
delle province di Modena e Bologna, alla luce dei primi raccolti
i quali, spiega la stessa associazione., "indicano produzioni
inconsistenti per una filiera strategica per zootecnia e settore
agri-bioenergetico"
A giudizio di Cia, "le prime trebbiature confermano un
raccolto più che dimezzato, se non inesistente, nelle aree in
cui non è stato possibile irrigare. Il mais - osserva Marco
Bergami, vice presidente di Cia Emilia Centro - è una coltura
importante per la filiera zootecnica ed agro-energetica, ma
l'assenza di piogge ne ha compromesso la maturazione con una
quasi inesistente produzione di granella. Questo cereale -
aggiunge - ha esigenze idriche elevate e anche chi ha avuto
possibilità di intervenire con le irrigazioni ha ottenuto scarse
performance. A limitare gli interventi di soccorso anche gli
elevati costi energetici".
Vista a situazione, viene sottolineato ancora, "in alcune
aree le trebbie non entreranno nemmeno in campo mentre chi ha
già iniziato a raccogliere a malapena ha ottenuto produzioni di
50 quintali per ettaro. La perdita è in media di almeno del 60%
del raccolto - lamenta ancora Bergami - e questa situazione
getta un'ombra sulle future semine. Con queste condizioni -
conclude - è difficile per gli agricoltori puntare ancora su
questo cereale, soprattutto per l'investimento che hanno dovuto
sostenere in termini di costi produttivi che non verranno
ripagati".
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