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Bruno Munari in Emilia tra design e comunicazione visiva

Bruno Munari in Emilia tra design e comunicazione visiva

Settant'anni di idee e di lavori alla Fondazione Magnani-Rocca

PARMA, 15 marzo 2024, 11:39

Redazione ANSA

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Alla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo (Parma) arriva la più grande mostra italiana su una delle più iconiche figure del design e della comunicazione visiva del XX secolo, Bruno Munari, realizzata dopo le esposizioni della Rotonda della Besana (2007) a Milano e dell'Ara Pacis (2008) a Roma. In mostra saranno concentrati settant'anni di idee e di lavori - Munari aveva iniziato la propria attività durante il cosiddetto Secondo Futurismo, attorno al 1927 - in tutti i campi della creatività, dall'arte al design, dalla grafica alla pedagogia.
    Nella celebre Villa dei Capolavori, sede della Fondazione, a pochi passi dalle sale che ospitano opere di Tiziano, Dürer, Van Dyck, Goya, Canova, Renoir, Monet, Cézanne, de Chirico, Morandi, Burri e molti altri, dal 16 marzo al 30 giugno viene così celebrato uno dei più grandi geni creativi del Novecento, Bruno Munari (Milano 1907-1998), definito da Pierre Restany il Leonardo e il Peter Pan del design italiano. Proprio per la difficoltà di dirimere chiaramente i territori linguistici da lui affrontati nel corso del tempo, la rassegna non è suddivisa per tipologie o per cronologia, ma per attitudini e concetti, in modo da poter mostrare i collegamenti e le relazioni progettuali tra oggetti anche apparentemente molto diversi l'uno dall'altro.
    Grafica, oggetti, opere d'arte, tutto risponde a un metodo progettuale che si va precisando con gli anni, con i corsi nelle università americane e con il progetto più ambizioso, quello dei laboratori per stimolare la creatività infantile, che dal 1977 sono tuttora all'avanguardia nella didattica dell'età prescolare e della prima età scolare. "Munari - spiega Marco Meneguzzo, studioso munariano e curatore della mostra - è una figura molto attuale nella società liquida odierna, nella quale non ci sono limiti fra territori espressivi. È un esempio di flessibilità, di capacità di adattamento dell'uomo all'ambiente. Il suo metodo consiste nello scoprire il limite delle cose che ci circondano e di volerlo ogni volta superare".
   

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