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Scoperta una nuova molecola per la lotta al diabete

Scoperta una nuova molecola per la lotta al diabete

Uno studio sui topi nota un miglioramento della malattia

ROMA, 29 luglio 2020, 15:57

Redazione ANSA

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E' stata scoperta una nuova molecola che potrebbe aiutare la lotta al diabete. Il ritrovato ha la firma dei ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmimgham, dell'Università del Massachusetts e della Cornell University che hanno notato come riesca a migliorare in modo significativo quattro caratteristiche della malattia: l'iperglicemia (l'aumento della glicemia nel sangue), l'iperglucagonemia (l'aumento dell'ormone glucagone che contrasta gli effetti dell'insulina, favorisce la produzione di glucosio e aumenta la glicemia), la produzione eccessiva del glucosio da parte del fegato e la steatosi epatica (condizione nota anche come 'fegato grasso'). La molecola è la Sri-37330 e ha evitato che i topi avessero il diabete indotto da streptozotocina e obesità e ha migliorato l'omeostasi del glucosio. Gli studiosi, in un lavoro pubblicato sulla rivista Cell Metabolism, hanno descritto le forti proprietà antidiabetiche di questo composto chimico di nuova concezione.
    Lo Sri-37330 è stato scoperto dopo 20 anni di ricerche a seguito di uno screening che ha riguardato circa 300.000 composti. Il diabete è una malattia che colpisce due ormoni: l'insulina e il glucagone. In persone sane, l'insulina aiuta le cellule ad assorbire glucosio dal sangue quando i livelli di glucosio sono elevati e il glucagone aiuta il fegato a rilasciare glucosio nel flusso sanguigno quando i livelli di glucosio sono bassi. Nel diabete, il rilascio di insulina è ridotto, la sensibilità cellulare all'insulina può diminuire e il rilascio di glucagone è eccessivo. Ciò può causare un circolo vizioso di aumento dei livelli di glucosio nel sangue. Lo Sri-37330 sembra agire positivamente sulle isole pancreatiche che producono i due ormoni e anche sul fegato. Gli studi preclinici suggeriscono che questo potenziale farmaco potrebbe essere utile sia nel diabete di tipo 1 sia in quello di tipo 2. La sua efficacia nel ridurre il fegato grasso nei topi potrebbe portare anche a un nuovo trattamento della Nafld, la malattia del fegato grasso non alcolica.
   

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