"Come studenti ci opponiamo
fortemente al modello di scuola e alle dichiarazioni del
ministro Giuseppe Valditara: non vogliamo essere educati ai
valori della patria o del nazionalismo; in un mondo
contrassegnato da innumerevoli conflitti e ingiustizie vogliamo
che a scuola si parli di solidarietà tra i popoli, di pace, di
disarmo, di equità sociale e contrasto ad ogni disuguaglianza.
Non accettiamo un modello di scuola retrogrado basato su dei
valori di matrice postfascista quali religione, patria e
famiglia: il 18 novembre saremo in piazza per una didattica
innovativa, partecipata, antifascista, antirazzista,
transfemminista ed ecologista". Così esordisce Bianca Chiesa,
coordinatrice nazionale dell'Unione degli Studenti, sindacato
studentesco organizzatore della mobilitazione del 18 novembre.
"E' inoltre inaccettabile una visione di scuola. che vede
genitori e docenti schierati contro gli studenti - continua
Alice Beccari, dell'esecutivo nazionale dell'Unione Degli
Studenti - la scuola è formata dagli studenti e siamo noi a
dover decidere sui nostri percorsi di studio e sulla politica
dei nostri istituti.
Per questo il 18 novembre scenderemo nelle piazze di tutto il
paese anche per rivendicare l'aumento del numero degli studenti
in consiglio di istituto, al fine di pareggiare quello di
docenti e genitori e poter avere realmente voce in capitolo
sulle nostre scuole".
"Il 18 novembre ci sarà la mobilitazione nazionale studentesca:
saremo nelle piazze di tutto il paese, da Milano a Bari, per
ribadire che sulla nostra didattica, sulle nostre scuole e sul
nostro futuro, ora decidiamo noi!" conclude Chiesa.
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