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Parkour e lirica,così le scuole lottano la dispersione

Parkour e lirica,così le scuole lottano la dispersione

Fenomeno forte al sud come al nord; 'la chiave è attrarli'

ROMA, 10 settembre 2023, 11:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Valentina Roncati) Corsi di parkour e giocoleria, gite all'auditorium, ad ascoltare musica lirica, campi di calcetto e atletica aperti anche al quaritere: così i dirigenti scolastici cercano di combattere la dispersione che colpisce tanto il sud quanto il nord Italia. E' uno stereotipo, infatti, pensare che la dispersione scolastica sia un fenomeno relegato al sud: in realtà investe allo stesso modo il quartiere Zen di Palermo ma anche la ricca Bergamo, per fare solo due esempi. A testimoniarlo sono i dirigenti scolastici degli istituti che insistono sui territori e che lottano ogni giorno per portare a scuola i loro alunni. La ricetta, concordano tutti, è rendere attrattivo lo studio, belle le scuole, inserire corsi di teatro, musica, recitazione, attività sportive.
    All'Istituto professionale Cesare Pesenti di Bergamo - circa mille studenti provenienti da 47 diverse nazioni - si fanno addirittura corsi di parkour e la preside, Veronica Migani, porta i suoi allievi ai concerti di musica lirica, "si presentano emozionati, elegantissimi, attenti", racconta.
    "Qui la dispersione - spiega la dirigente, che guida un istituto con mille alunni, tutti maschi - è dovuta alla ricchezza. Lo scorso anno la dispersione era del 42% tra gli adulti per la mancata frequenza dei corsi serali; nei corsi diurni le percentuali di chi abbandona vanno dal 6 al 17% ed è dovuta in gran parte al fatto che c'è il lavoro. Se c'è uno studente fragile, senza una famiglia che lo sostenga, trova un lavoro immediatamente: qui manca la manodopera e per 1 diplomato ci sono 20 richieste: le aziende cercano di catturare i ragazzi, hanno bisogno di una serie di figure professionali che non si trovano. Si trova magari il liceale ma non chi sa mettere le mani su una caldaia". L'istituto ha un accordo con Confindustria Bergamo e le aziende mandano i propri tecnici ad insegnare. "Quest'anno, con i soldi del Pnrr abbiamo deciso di combattere la dispersione anche creando una scuola bellissima, elegante, pulita, in ambienti accoglienti, proponendo corsi dove chi ha fragilità in alcune discipline fa lezioni di approfondimento, altri li agganciamo con altre attività", conclude Migani.
    Domenico Di Fatta invece è stato fino al 31 agosto reggente dell'istituto comprensivo Giovanni Falcone di Palermo, 650 allievi, nel quartiere Zen, dove la dispersione è intorno al 15% . "In contesti come questo - spiega - se la scuola non riesce a essere attrattiva i ragazzi fuori sono sollecitati dalle tentazioni delinquenziali, vengono attratti dai piccoli furti, utilizzati per consegnare la droga anche solo guadagnando 5 euro. Davanti a queste tentazioni dell'esterno è difficile farli venire a scuola. I genitori sono assenti, molti padri sono in carcere, le madri lavorano, i bambini sono abbandonati. Mi è capitato, durante gli esami di terza media, di dover andare nelle case a cercarli o farli chiamare, avevano altro da fare, il giorno dell'esame non era importante". Alla Falcone - dove Di Fatta è stato dirigente anche tra il 2007 e il 2013 - sono stati costruiti in questi anni alcuni impianti sportivi: un campo di calcetto, una pista di atletica, un campo di minibasket e uno di pallavolo "lascio aperto il campo di calcetto al quartiere, meglio vengano qui che stiano in giro", conclude Di Fatta.
   

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