"Bologna, insieme alle altre otto
città che fanno parte dalla missione europea per raggiungere la
neutralità climatica entro il 2030, ha davanti a sé una grande
sfida. Quella di mettere in campo un'accelerazione nelle scelte
fondamentali che riguardano non solo la lotta al cambiamento
climatico, ma più in generale il miglioramento della qualità
della vita delle nostre comunità". Lo afferma il sindaco di
Bologna, Matteo Lepore, all'evento "La neutralità climatica al
2030, una sfida possibile. Le nove città italiane della Missione
europea si raccontano" organizzato dall'Alleanza italiana per lo
sviluppo sostenibile (Asvis), nell'ambito del Festival dello
Sviluppo Sostenibile, a Bologna.
"Significa - dichiara Lepore in una nota - fare più veloce
degli altri, per aiutare anche gli altri e fare delle nostre
città dei laboratori di innovazione. Perché non abbiamo più
tempo. Le piogge alluvionali di questi giorni o le ondate di
calore sono gli esempi tangibili degli effetti che il
cambiamento climatico sta già causando sulle nostre vita".
Dall'incontro emerge che è possibile vincere la sfida senza
precedenti delle nove città italiane che puntano a zero
emissioni nel 2030 (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova,
Parma, Prato, Roma e Torino) solo con una programmazione
sistemica e partecipata degli interventi e degli investimenti.
"L'Ispra ha reso pubblici in aprile i risultati di un rapporto
sulle emissioni di CO2 in Italia che mostra il loro aumento dopo
la pandemia, soprattutto nei settori dei trasporti e
dell'edilizia. Si tratta di settori da trasformare in profondità
perché senza il loro contributo la partita della
decarbonizzazione non potrà mai essere vinta", dichiara il
presidente dell'Asvis, Pierluigi Stefanini che sottolinea "non
perché ce lo impone l'Europa, ma perché ce lo dice la scienza e
ce lo ricordano quotidianamente gli effetti sempre più
devastanti prodotti dalla crisi climatica sui nostri territori".
"Queste nove città - continua Stefanini - possono fare dunque
da apripista per sperimentare soluzioni da diffondere a tutti
gli altri centri urbani del Paese, a patto che non siano
lasciate sole. Tutti i livelli istituzionali devono essere
coinvolti per concentrare gli investimenti necessari da
destinare a tre linee di intervento prioritarie: edilizia
sostenibile, mobilità sostenibile, forestazione urbana e
periurbana anche per contrastare il dissesto idrogeologico".
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