A essere a rischio non sono solo le
foreste ma anche gli alberi in città: a causa delle crisi
climatica tra il 56% e il 65% delle specie di alberi che si
trovano nelle città e che riducono gli effetti delle ondate di
calore sono già a rischio, entro il 2050 potrebbero esserne il
76%. A indicarlo è una ricerca internazionale, condotta
dall'università australiana di Western Sydney su 164 città di 78
Paesi, pubblicata su Nature Climate Change.
E' noto che gli alberi hanno un ruolo fondamentale per
ridurre gli effetti delle cosiddette isole di calore, ossia
l'elevato aumento delle temperature che si registra nelle grandi
città in occasione di gran caldo. Ma questo effetto di
compensazione potrebbe presto ridursi perché gli effetti della
crisi climatica non stanno colpendo solo foreste e gli ambienti
naturali ma anche i tanti alberi delle città sono a rischio a
causa della riduzione delle piogge e gli aumenti di temperatura.
Analizzando la situazione in 164 città distribuite su 78
Paesi i ricercatori hanno studiato la condizione di oltre 3.000
specie di alberi e scoperto che di queste sono già a rischio tra
il 56% e il 65% e nei prossimi tre decenni a rischio saranno tra
il 68% e il 76% delle specie urbane attualmente esistenti. A
rischio sono soprattutto gli alberi piantati negli scorsi
decenni, quando erano presenti condizioni climatiche differenti
da quelle attuali.
Lo studio evidenzia inoltre come le città più ricche siano in
grado di fronteggiare più facilmente il problema, ad esempio
installando sistemi di irrigazione, ma questo tipo di scelta
farà aumentare enormemente i costi di manutenzione del verde
urbano. Per preservare allora questi 'condizionatori' naturali
sarà fondamentale sviluppare programmi di re-inverdimento urbano
con specie più adatte ai cambiamenti climatici, più resistenti
alla siccità e alle alte temperature.
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