Sostenibilità ancora poco conosciuta
(e praticata) "sia tra le imprese, sia tra i professionisti",
dunque c'è "la necessità di familiarizzare con adempimenti di
cui, al momento, non sempre si riesce a percepire la portata e
il valore aggiunto". Con queste parole il presidente del
Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio commenta
i risultati dell'ìndagine che fa luce sulle scelte e gli
investimenti suggeriti dai professionisti alle imprese, nel
processo di transizione verso la sostenibilità, che verrà
presentata in occasione del Convegno nazionale promosso dalla
categoria professionale "Il valore della sostenibilità" venerdì
14 e giovedì 15 ottobre, a Bologna; nel corso dell'evento,
recita una nota, verrà illustrato il programma "Play
sustainability", che è nato dalla collaborazione tra l'istituto
di ricerca bolognese Nomisma e la Fondazione nazionale dei
commercialisti, con l'intento di "consolidare la cultura della
sostenibilità tra i professionisti e trasmettere l'urgenza del
processo di transizione ecologica, oltre a veicolare il valore
degli strumenti Esg (l'acronimo che riguarda i profili di natura
ambientale, sociale, o di 'governance', ndr), per valutazioni
più efficaci e con minor rischio". Dal campione di 1.162
commercialisti interpellati emerge che, tra gli studi che
offrono consulenza strategica, solo il 28% indirizza la propria
consulenza anche su tematiche legate alla sostenibilità
ambientale, sociale e di governance (9% sul totale degli studi
della categoria), ma si mostrano "particolarmente sensibili" i
giovani sotto i 40 anni, che esercitano la professione in studi
strutturati (con almeno 6 addetti). Secondo i professionisti
intervistati, le imprese sono ancora lontane dalla
consapevolezza dell'importanza e della strategicità dei temi
legati alla sostenibilità: soltanto il 9% appare motivato ad
adottare azioni e strumenti per implementarla in azienda.
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