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L'Ue incalza l'Italia, 'intervenire presto sui balneari'

Bruxelles pronta a far avanzare la procedura d'infrazione

17 aprile, 22:39
L'Ue incalza l'Italia, 'intervenire presto sui balneari' L'Ue incalza l'Italia, 'intervenire presto sui balneari'

(di Valentina Brini) Un bivio da imboccare prima dell'estate che conduce alla piena conformità con il diritto Ue, oppure allo scontro frontale con Bruxelles. Dopo i rimproveri e gli avvertimenti, la Commissione europea è pronta a passare ai fatti sull'antico dissidio sui balneari. E alza i toni nei confronti di Roma: il governo deve trovare una "soluzione urgente" per aprire le concessioni di Stato e rispettare la Bolkestein. Una soluzione che la premier Giorgia Meloni, secondo quanto fatto trapelare da Palazzo Berlaymont, si è impegnata in prima persona a far pervenire in tempi "molto rapidi". E che dovrà tenere "pienamente in considerazione" i dettami della nuova sentenza che la Corte di giustizia europea si appresta a emettere giovedì 20. Altrimenti, l'Italia verrà deferita e la procedura d'infrazione Ue potrebbe proseguire sulla via inesorabile di una maxi-multa. A dare fuoco alle polveri del lungo confronto sull'asse Roma-Bruxelles nelle ultime settimane è stato il decreto Milleproroghe, con il via libera all'ulteriore dilazione di un anno - fino al 31 dicembre 2024 - delle concessioni. Un rinvio che non è andato giù ai servizi del commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, portavoce dell'adagio secondo il quale il settore "va modernizzato e deve puntare all'innovazione e alla competitività" soprattutto dopo essere stato "duramente colpito" dalla crisi del Covid. E che venerdì scorso, stando a fonti vicine al suo entourage, ne ha parlato direttamente con la premier durante un faccia a faccia a Palazzo Chigi nel quale ha ottenuto rassicurazioni su "proposte" in arrivo "rapidamente" sul tavolo di Bruxelles. La responsabilità resta comunque tutta nelle mani di Roma, stretta tra la volontà univoca dei partiti di maggioranza di difendere le imprese famigliari - anche dopo la recente bocciatura (la seconda nel giro di pochi mesi) del Consiglio di Stato e il richiamo del Quirinale - e le diverse sensibilità all'interno della coalizione, con Lega e Forza Italia ferme nella richiesta di accelerare la mappatura delle spiagge. Nelle parole del vicepremier Matteo Salvini, si pensa anche a una norma per garantire un indennizzo a chi volesse lasciare l'attività. Ma, con diverse opzioni ancora al vaglio, una decisione non è attesa comunque entro la settimana. Il tutto tra le proteste delle opposizioni che, dal Movimento 5 Stelle ad Azione, passando per +Europa, invocano un'inversione di marcia che scongiuri la sanzione pecuniaria. A incalzare per prima è comunque Bruxelles, che da ormai tre lustri rivendica la prevalenza del principio europeo della libera concorrenza. E che, senza progressi tangibili, ha tutta l'intenzione di tirare fuori dal cassetto la lettera - in gergo, parere motivato - che obbliga l'Italia ad adeguarsi "entro i prossimi due mesi". Un secondo passo di quella procedura d'infrazione avviata nel 2020 - dopo un primo verdetto dei giudici di Lussemburgo nel 2016 - che Palazzo Berlaymont sta valutando in queste ore se compiere già mercoledì. E, comunque vada, giovedì sarà nuovamente la Corte Ue a prendere la parola, esprimendosi sul ricorso dell'Autorità italiana per la concorrenza contro le proroghe concesse da Ginosa, un piccolo comune della costa tarantina per il quale sono le norme nazionali ad avere la meglio su quelle europee. La decisione "potrebbe avere delle conseguenze" che, nella visione di Palazzo Berlyamont, l'Italia - al pari di altri Paesi sotto infrazione come Spagna e Portogallo - non potrà esimersi dal prendere in considerazione per decidere che strada imboccare. Anche perché i giudici chiariranno una volta per tutte se la Bolkestein sia "valida e vincolante" per tutti i Ventisette, pur essendo stata adottata a maggioranza e non all'unanimità, e se lasci "spazi discrezionali" nell'applicazione. Il dilemma sta tutto nell'accettare o meno di fare quelle gare "trasparenti e non discriminatorie" previste dell'Ue. Un aut aut escluso dalla partita delle riforme inserite nel Pnrr ma che, con il nodo della terza tranche ancora da sciogliere, scotta ancora di più. (ANSA).

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