"Il testo dell'Artificial
Intelligence Act così come è uscito dal trilogo e approvato oggi
non ci soddisfa e per questa ragione come Movimento 5 Stelle ci
siamo oggi astenuti al Parlamento europeo. Riteniamo importante
che ci siano norme a difesa dei cittadini nell'utilizzo
l'intelligenza artificiale ma, al di là dei trionfalismi per
essere stati i primi al mondo a normare questo settore, il testo
che è emerso rischia di essere più dannoso che utile". Così
l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli in
una nota.
"Le definizioni - spiega - sono troppo vaghe, la
'misurabilità' dell'intelligenza artificiale è una chimera e
l'AI Act si sovrappone, in alcune parti, ad altre norme europee,
andando anche in contraddizione. In questo modo diventa molto
difficile, soprattutto per le piccole e medie imprese, poter
avere un quadro normativo chiaro e semplice su cui basare i
propri investimenti e la possibilità di accedere a tecnologie di
intelligenza artificiale".
"Il rischio - sottolinea Pignedoli - è che invece di
promuovere la diffusione di una intelligenza artificiale sicura,
si creino barriere d'entrata aumentando i divari e scoraggiando
l'innovazione europea. Con l'aggravante che i fondi previsti
dall'Unione europea per l'AI sono residuali rispetto agli
investimenti di altri player".
"Inoltre la 'gestione' e implementazione del testo (per
quanto riguarda linee guida, standard etc) è demandata all'AI
Office, che rischia di essere la porta di ingresso dei
'suggerimenti' dei lobbisti. Speriamo di sbagliarci. Ma -
conclude - la fretta con cui si sono svolti i triloghi
(pochissimi per una materia tanto importante) per utilizzare il
testo come risultato politico di fine legislatura, non ha
permesso di risolvere questioni nodali su cui sarebbe stata
necessaria una maggiore attenzione".
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