"La verità si è avuta, grazie ai processi celebrati a Firenze, al 90% diciamo, poi l'altra chissà se si avrà. Se si pensa alle altre stragi per l'attentato di via dei Georgofili, grazie ai magistrati, per lo meno ci sono state le condanne all'ergastolo a esecutori e mandanti mafiosi". Luigi Dainelli è il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili. Il 27 maggio del 1993 morirono cinque persone: Angela Fiume, 36 anni, suo marito Fabrizio Nencioni, 39, le loro due bimbe Nadia, 9 anni e Caterina, 50 giorni, e Dario Capolicchio, 22 anni.
Quest'anno si commemora il trentennale, anniversario che ha intensificato gli impegni per questo signore di 86 anni, che, con la moglie Patrizia Nencioni e Teresa Fiume, la prima sorella di Fabrizio, la seconda di Angela, si divide tra gli incontri con le scuole e gli eventi istituzionali, per raccontare e far conoscere cosa accadde. Quanto al trentennale non fa la differenza, anzi spiega che gli provoca fastidio chi interviene solo in occasioni come questa: "Da quel 27 maggio 1993 per noi è un fine dolore mai, noi si ha dentro l'anniversario. Accetto quanto avviene perchè amplifica il nostro bisogno di memoria", spiega Dainelli, tra i fondatori dell'Associazione dei familiari insieme a Giovanna Maggiani Chelli, presidente fino alla sua morte, nel 2019. "L'Associazione l'abbiamo creata con lo scopo principale di aiutare le vittime, per cercare di arrivare alla verità e per la memoria. Quanto si poteva fare per le vittime è stato fatto, per la verità e la giustizia speriamo. Portiamo avanti la memoria".
Per l'attentato di Firenze e gli altri che seguirono nel 1993, a Milano e a Roma, l'interrogativo, ribadisce Dainelli è "chi sono le 'menti raffinate', che furono ipotizzate fin da subito e che suggerirono l'obiettivo di colpire i beni culturali". E la trattiva Stato-mafia: nonostante la recente assoluzione in Cassazione e in attesa di leggerne le motivazioni, "per cinque sentenze, tre a Firenze e due a Palermo c'è stata". Quella, "secondo noi portò alle stragi in continente del 1993". Quanto all'arresto di Matteo Messina Denaro "per me sarebbe stato un grande successo dello Stato se avesse cominciato a parlare ma non mi pare lo farà mai".
Proprio stasera a San Casciano, Dainelli parteciperà a un incontro al quale è stato invitato Lucio Arcidiacono, il colonnello del Ros che ha arrestato Messina Denaro. L'operazione che ha portato alla cattura del superlatitante è stata chiamata 'Tramonto', dal titolo della poesia scritta da Nadia, la nipotina di Dainelli. "Ce la lesse quattro giorni prima di morire nella strage: era la domenica precedente, in occasione del battesimo della sorellina Caterina. Il giorno dopo la trascrisse sul quaderno di scuola che le sue maestre ci hanno poi consegnato. Di quella pagina di quaderno con la poesia ne faccio copie che regalo nelle scuole. Stasera una la darò anche al colonnello". (ANSA).