Si è aperta stasera al Teatro alla
Scala la stagione dell'opera 2022/23, in scena 'Boris Godunov'
di Modest Petrovič Musorgskij. Nel palco reale il presidente
della Repubblica Sergio Mattarella, accolto da un'ovazione con 5
minuti di applausi dal pubblico in sala e in piedi e salutato
con grida di 'Grazie presidente, grazie'. Mattarella ha a sua
volta ringraziato commosso, mettendosi più volte la mano sul
cuore. Accanto a lui la presidente della Commissione Europea
Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni
che ha cantato l'inno, il presidente del Senato Ignazio La
Russa, il sindaco di Milano Beppe Sala. Presenti in teatro anche
il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il ministro
delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la ministra
dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini, la senatrice
Liliana Segre, il presidente della Regione Lombardia Attilio
Fontana e tanti nomi del mondo dell'economia, della cultura e
dello spettacolo, come il presidente di Mediaset Fedele
Confalonieri, Mario Monti, Gianni Letta, Diana Bracco, l'attrice
Sonia Bergamasco e il marito Fabrizio Gifuni, Stefano Accorsi,
Alessandra Mastronardi e Rocío Muñoz Morales. L'opera è diretta
dal maestro Riccardo Chailly che prima dell'inizio ha eseguito
con l'orchestra della Scala l'Inno nazionale, seguito dall'Inno
alla gioia. All'esterno non sono mancate le proteste, secondo
una consuetudine della serata di Sant'Ambrogio, patrono di
Milano. Sulla scia delle polemiche per la scelta di allestire
per la Prima un'opera russa, decisione comunque presa molto
prima dello scoppio della guerra, una ventina di persone della
comunità ucraina milanese si è sistemata nel pomeriggio nella
piazza del Comune, davanti alla Scala, con bandiere, tra cui una
con il volto di Putin al centro di una svastica, e diversi
cartelli con frasi come 'no ai musicisti russi che appoggiano la
guerra'. Proteste anche da parte di alcuni militanti dei centri
sociali che hanno tentato di sfondare le transenne. In mattinata
invece un gruppo di attivisti di Ultima generazione ha lanciato
secchi di vernice contro la facciata e l'ingresso del Teatro,
prima di sedersi a terra urlando: "Dobbiamo muoverci, in Italia
siamo fermi. Basta gas e basta carbone, entro il 2025". Ma in
poche ore tutto è stato sistemato.
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