È Tiziano Ferro il protagonista della
nuova puntata di 'Stories', il ciclo di interviste ai principali
interpreti dello spettacolo di Sky Tg24. Ospite del
vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di
Roberto Contatti, il cantante si racconta in 'Tiziano Ferro - La
vita è splendida', in onda domani alle 21 su Sky Ts24, su Sky
Arte sabato 19 novembre alle 13.30 e sempre disponibile On
Demand. 'Il mondo è nostro' (Virgin Records/Universal Music
Italia) è il suo ultimo lavoro appena uscito, nato durante la
pandemia: "La vita è fatta di sofferenze utili - spiega -,
quella l'abbiamo vissuta così, un po' tutti. Io ho sentito il
dovere morale, come è giusto che sia quando fai il mio mestiere,
di farla diventare una parentesi di creatività, potendo
permettermi questa cosa. Sono uno che esercita l'ottimismo, come
una disciplina, un'arte marziale". Un titolo che "è un po' una
provocazione. Penso che la parola 'mondo' possa essere
declinabile in un milione di modi, nella canzone 'il mondo è
nostro' dico 'se non riesci a dare il massimo, almeno prova a
dare il minimo', perché credo che sia importante capire che il
mondo lo si cambia con le persone singole". L'artista parla
delle sue origini a Latina, della famiglia, "vengo da una realtà
molto semplice, mio padre è di famiglia veneta si sono
trasferiti ovviamente per opportunità di lavoro, quindi una
famiglia che ha vissuto le guerre, povertà assoluta anche nella
famiglia di mia madre. Una famiglia che mi ha insegnato
tantissimo: il rispetto del lavoro, del denaro, il rispetto per
gli altri, delle gerarchie, delle generazioni, il presidio e la
protezione ma anche tanta disciplina, che secondo me è un valore
sottovalutato perché la disciplina in realtà è un gesto di
grande amore verso i figli". Della musica: "Per me scrivere
canzoni è da sempre qualcosa di catartico, perché è stato il
primo linguaggio che ho potuto controllare prima di capire come
riuscire a parlare anche in italiano". E ancora dell'incontro
con i suoi primi produttori, Alberto Salerno e Mara Maionchi,
dei successi da 'Rosso Relativo' a 'Sere Nere' e 'Non me lo so
spiegare', della scelta delle canzoni per il prossimo tour negli
stadi, delle collaborazioni con Sting ("Un uomo semplice, come
tutti i grandi") e Caparezza ("Un genio assoluto"). Si sofferma
sulla genitorialità i sui due figli: "Non ho tantissime
occasioni come questa di confrontarmi con persone che capiscono
cosa vuol dire affrontare un percorso di genitorialità che non è
esattamente quello che tutto il mondo ha conosciuto da sempre.
Con i pro e i contro, le magie, poi quei momenti in cui ti
guardi intorno, dici 'ma io sono nato per fare questo', perché
tutto semplicemente è naturale e non c'è nulla di forzato. Non
c'è nulla di strano, non c'è nulla di brutto. C'è soltanto una
coppia di bambini, nel mio caso, che ridono dalla mattina alla
sera, che dormono 12 ore e ci sei tu che hai rivisto tutte le
tue priorità con una semplicità che nella vita non hai mai
incontrato". E ancora: "Il messaggio di auguri per la festa del
papà mandato da mio padre è stato un gesto potente. Ha scatenato
dei pensieri. Perché sì, sono felice e orgoglioso, ma è come se
non me lo meritassi questo messaggio. Mi sono reso conto che
stavo ancora pensando con la testa e la mente, il cuore
atrofizzati da anni, senza poter sognare che sarei diventato
papà". Nella conversazione c'è spazio anche per la fede: "Credo
in Dio moltissimo. Penso che sia uno dei valori più
sottovalutati in assoluto. Si parla, si menziona Dio, ma non lo
si tratta come un vero potere superiore, non ci si concede alla
sua volontà".
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