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Dopo quattro stagioni addio a Succession

Dopo quattro stagioni addio a Succession

Serie Hbo sui Roy, un clan alla Murdoch

NEW YORK, 29 maggio 2023, 22:09

di Alessandra Baldini

ANSACheck

© ANSA/EPA

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Condoglianze ai fan di Succession: aperta per l'ultima volta dall'ipnotica sigla di Nicholas Britell, la pluripremiata serie di Hbo (in Italia in onda su Sky) sulla ultraricca famiglia di Logan Roy e' arrivata dopo quasi cinque anni al capolinea. Quattro stagioni e due Emmy per la migliore serie drammatica alle spalle, la Waystar RoyCo ha adesso un nuovo Ceo dopo un finale a base di colpi di scena di tradimenti reciproci tra gli eredi. In febbraio il creatore Jesse Armstrong, che aveva concepito la saga ispirandosi alla mitologia dei Murdoch attraverso le lenti del Re Lear, aveva annunciato che la quarta sarebbe stata l'ultima stagione. La morte a sorpresa di Logan nel terzo episodio aveva aperto la strada, dividendo ancora una volta i fratelli Kendall (Jeremy Strong), Shiv (Sarah Snook) e Roman (Kieran Culkin), mentre la Waystar Royco sta per essere venduta al gigante del tech GoJo dello svedese Lucas Mattson (Alexander Skarsgård). Giocano nella confusa faida familiare anche il marito on e off di Shiv Tom Wambsgans (Matthew Macfadyen), il cugino Greg che gli fa da spalla (Nicholas Braun) e i tre manager Gerri (J. Smith-Cameron), Karl (David Rasche) e Frank (Peter Friedman). Solo il maggiore dei Roy, Connor (Alan Ruck) resta in panchina nei ripetuti accoltellamenti di cui e' protagonista il resto della famiglia, pronto a saltare sul carro del vincitore di una elezione presidenziale contestata e il cui verdetto sembra eludere il criptofascista Jeryd Mencken (Justin Kirk), emerso in vantaggio prima di una richiesta di recount del rivale Daniel Jiménez. Tragico e comico, divertente e orripilante, fin dall'inizio Succession e' stato uno show sulla corruzione dello 0,01% e la complicata connessione tra politica, ricchezza e media. E' stata una satira politica ma anche la storia di una famiglia altamente disfunzionale sullo sfondo di superattici da nababbi a Manhattan, jet privati, ville agli Hamptons, sul Lago di Como e nella campagna toscana. Per quattro stagioni gli spettatori si sono arrovellati su chi tra i figli avrebbe ereditato la guida dell'impero di Logan (navi da crociera, parchi a tema e Atn, un conglomerato di media simile alla Fox). Nessuno, ha decretato Armstrong al 90esimo minuto dell'ultima puntata.
    L'ultima stagione ha attirato otto milioni di fan, meno della meta' degli spettatori dei Soprano o di Trono di Spade, ma su Twitter i fan hanno ringraziato Hbo per aver programmato il finale la domenica del lungo ponte di Memorial Day: una chance per metabolizzarne i colpi di scena. Raramente una serie di tv ha ispirato, puntata dopo puntata, editoriali contrastati: piace perche' rappresenta cos'e' l'America o viceversa. I suoi personaggi sono come noi, o non come noi. Li amiamo e li odiamo, tifiamo per loro fino a quando non li vogliamo vedere nella polvere. Intanto nel mondo reale una vera Succession e' in corso per l'impero di Rupert Murdoch: secondo Paddy Mankin, l'autore di 'The Successor: The High Stakes Life of Lachlan Murdoch, la determinazione del 92enne Rupert a non uscire di scena potrebbe portare a una feroce battaglia dopo la sua scomparsa da cui potrebbe uscire perdente Lachlan, il primogenito maschio e erede designato
   

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