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Geraldine Brooks, un cavallo purosangue e il razzismo

Geraldine Brooks, un cavallo purosangue e il razzismo

'Come il vento' della Premio Pulitzer

ROMA, 19 novembre 2022, 14:17

di Mauretta Capuano

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Geraldine Brooks, un cavallo purosangue e il razzismo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Geraldine Brooks, un cavallo purosangue e il razzismo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Geraldine Brooks, un cavallo purosangue e il razzismo - RIPRODUZIONE RISERVATA

GERALDINE BROOKS, COME IL VENTO (NERI POZZA, PP399, EURO 20)

La vera storia del purosangue Lexington, cavallo da corsa più celebrato nell'America dell'Ottocento, di cui si prende cura il nero Jarret da quando il magnifico puledro baio con una stella bianca e una chiazza sul muso e tutti e quattro i piedi bianchi viene alla luce nelle scuderie del dottor Warfield. A intrecciare le loro vite che ci mostrano le radici dello schiavismo e ci parlano ancora oggi di razzismo è la Premio Pulitzer Geraldine Brooks nel suo nuovo romanzo 'Come il vento' (Neri Pozza).
    "La storia di Lexington è verissima e documentatissima.
    Sappiamo tutto di questo cavallo dai giornali, dalle pubblicazioni specialistiche dell'epoca. Buona parte dei personaggi storici dell'Ottocento che racconto sono realmente esistiti. Persino Jarret, il giovane stallone nero, è esistito, ma di lui non sappiamo granché. C'è un quadro che lo ritrae con Lexington, abbiamo gli statini della sua paga, ma non sappiamo veramente come viveva Jarret. Qui è entrata in gioco l'immaginazione" dice all'ANSA la Brooks che è nata in Australia e vive in Virginia, negli Stati Uniti. "Quando scrivo vado dietro ai fatti fin dove mi conducono.
    Comincio a inventare quando si perde il filo degli accadimenti.
    Seguo l'insegnamento di Mark Twain il quale diceva che la finzione letteraria deve per forza attenersi alla possibilità, mentre la verità no. Insomma se inventi troppo nessuno ti crede" sostiene la scrittrice, autrice di romanzi come 'L'idealista', 'Annus mirabilis' e 'L'isola dei due mondi', già corrispondente di guerra per il Wall Street Journal, il New York Times e il Washington Post. "Sono vissuta in due paesi che sono stati costruiti dagli immigrati: sono nata in Australia e vivo negli Stati Uniti. Da giovane per me l'immigrazione era una specie di benedizione, senza gli immigrati l'Australia sarebbe stato un paese noiosissimo. Attualmente la gran cassa su cui battono i governi conservatori e ultraconservatori è quella del sentimento anti immigrati, dell'invasione di questa gente che preme alle nostre frontiere, di cui abbiamo paura e che vogliamo respingere. E' così dappertutto. Il problema è che questa è una questione globale esasperata dal cambiamento climatico" spiega la Brooks. "E per via degli effetti del cambiamento climatico, che tutti abbiamo contribuito a causare, sempre più persone sentiranno il bisogno urgente di spostarsi da dove risiedono.
    Dunque la soluzione può essere soltanto globale. Nelle nostre culture dobbiamo fare spazio agli altri. L'alternativa è che questi altri periscano tra i flutti o nel deserto" afferma la scrittrice.
    E con la schiavitù e il razzismo abbiamo fatto i conti fino in fondo? "In molti vorremmo tanto poter dire che la schiavitù è finita, che è una storia archiviata però questo significa non tenere conto di tutte le discriminazioni di cui ancora oggi i neri hanno memoria e che non sono finite. Le umiliazioni a cui ancora oggi una persona di pelle nera è esposta non si contano" racconta.
    La Brooks che ha sempre amato gli animali, ma ha scoperto la passione per i cavalli da donna e scrittrice matura dice di non aver avuto scelta quando, nelle sue ricerche per il libro, ha capito che "la grande fama di questo purosangue poggiava sulla rapina della forza lavoro di uno schiavo nero. Ho sentito di dover scrivere questa storia e non potevo fermarmi all'Ottocento perché la tematica razziale c'è ancora e scorre anche nella trama contemporanea con altri personaggi".
    Con 'Come il vento', che diventerà un film, ha capito "che gli esseri umani hanno una cosa importante in comune con i cani, il fatto di essere predatori, mentre i cavalli stanno sul versante opposto, sanno di poter essere preda e quindi sviluppano una sensibilità particolare".
    Il libro è stato opzionato "da Sony Picture. Stanno cercando lo sceneggiatore. Io sarò il produttore esecutivo. La produttrice ha una azienda agricola dove tiene cavalli, siamo in buone mani" annuncia sorridendo la Brooks. 
   

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