Mettere la Sicilia al centro della
discussione sull'autonomia differenziata, proprio in virtù del
suo statuto speciale e cercare di capire quali saranno le
ricadute della riforma sul Mezzogiorno e sulle altre aree del
Paese. Aprire al confronto tra più voci sui temi quali la
scuola, la sanità, l'economia e il welfare: settori strategici
sui quali, riforme ancora da definire, potrebbero avere un
impatto radicale con il rischio che nelle Regioni del
Mezzogiorno si possa cristallizzare l'antica Questione
Meridionale. Questi gli argomenti che saranno affrontati durante
il 75° Convegno Nazionale dell'Ande (Associazione Nazionale
Donne Elettrici) dal tema "Autonomia differenziata: dalle parole
ai fatti?" in programma sabato 27 maggio, dalle ore 9:00, presso
la Sala Mattarella dell'Assemblea Regionale Siciliana e a cui
parteciperanno un centinaio di donne da tutta Italia.
Al convegno parteciperanno esponenti di spicco della politica
e delle istituzioni tra cui Pier Ferdinando Casini, Presidente
dell'Unione Interparlamentare Italiana, Renato Schifani,
Presidente della Regione Siciliana, Roberto Lagalla, Sindaco di
Palermo. L'organizzazione prevede una tavola rotonda cui
prenderanno parte studiosi ed esperti dell'autonomia
differenziata che illustreranno le ricadute sul territorio del
nuovo modello di autonomia proposto dal Ministro Calderoli, con
una riforma che si avvia a ridefinire il perimetro
dell'intervento statale in diversi settori strategici per il
benessere dei cittadini.
"Vogliamo essenzialmente capire - spiega Marianna Amato,
Presidente della sezione palermitana dell'associazione - e al
termine del convegno stileremo un documento con dei punti
strategici che sarà presentato al Parlamento nazionale per
tutelare e difendere i territori del Paese che temono
maggiormente i rischi di un'autonomia differenziata".
Ande è un'associazione di respiro nazionale che vanta più di
70 anni d'impegno civile, di storia e di battaglie per
l'elettorato. Nata nel 1946 dall'intuizione di Carlotta
Garabelli Orlando, figlia di Vittorio Emanuele Orlando, sul
modello della league of women voters.
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