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Battaglia social contro Daspo urbani a Cagliari

Battaglia social contro Daspo urbani a Cagliari

Divieti su tutto e sanzioni, da raccolta fiori all'accattonaggio

CAGLIARI, 08 aprile 2023, 17:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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di Stefano Ambu

Corre sui social la battaglia contro il nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana a Cagliari. Ogni giorno una 'pillola di insicurezza', un breve focus informativo, per denunciare anche sul web l'impostazione complessiva e gli articoli del provvedimento adottato lo scorso 21 febbraio in Consiglio comunale. Senza dimenticare casi ritenuti particolari, curiosi o controversi: dal Daspo urbano per chi si arrampica sugli alberi nelle zone 'rosse' della città al divieto di proteggersi dai ladri legando la bici magari al palo della luce sul marciapiede. C'è anche il possibile allontanamento per chi raccoglie fiori in un parco, accende una sigaretta in spiaggia o crea intralcio addentando un panino per strada.
    La campagna social è promossa dalle consigliere comunali di Possibile, Giulia Andreozzi e Francesca Mulas. Il primo post ha riguardato il Daspo urbano, provvedimento nato nel 2017 per contrastare la violenza negli stadi e oggi esteso agli spazi cittadini: a Cagliari sarà usato anche per violazioni minime, come entrare nelle aiuole di un parco o utilizzare oggetti di plastica monouso al mare. Poi si è proseguito con il divieto di bivacco e accattonaggio. "La destra che governa la nostra città - scrivono le due consigliere sui social - odia i poveri e gli ultimi della società e lo dimostra con questo articolo, la cui violazione è punita sia con sanzioni economiche elevate, sia con l'ordine di allontanamento, se avviene in una delle zone rosse della città: evidentemente la presenza di queste persone rovinerebbe i salotti buoni della città".
    Le 'pillole di insicurezza' parleranno anche del divieto di svestirsi, di usare i giochi in maniera non conforme, di esporre oggetti a tema erotico, di consumare cibi e bevande fuori da bar e ristoranti.
    "Abbiamo voluto fare questa campagna informativa - spiega all'ANSA Giulia Andreozzi - per mettere in guardia la cittadinanza e fare conoscere gli aspetti più preoccupanti e paradossali di questo regolamento, che a detta del sindaco dovrebbe contribuire a riportare sicurezza e decoro a Cagliari: invece porterà solo ulteriore emarginazione, perché punisce i più poveri e deboli".
    Non senza paradossi, sottolinea Francesca Mulas: "Uno strumento pasticciato, con divieti assurdi e sanzioni manifestamente sproporzionate. È previsto il Daspo per chi lega la bici a un palo in una delle zone rosse, ma non per chi parcheggia un Suv sul marciapiede, una cannuccia in plastica monouso può portare al divieto di tornare al Poetto per 48 ore.
    Ma come si può anche solo ipotizzare una cosa del genere?".
    Contro il divieto di legare le bici a infrastrutture pubbliche si è mossa anche la Fiab, l'associazione ciclisti, con un ricorso al Tar. "Così si disincentiva l'uso delle bici - denuncia chi utilizza le due ruote senza motore - e poi mancano le rastrelliere".
    Il sindaco Paolo Truzzu non ci sta e difende con determinazione il nuovo regolamento. "Decoro e sicurezza non hanno colore politico - chiarisce all'ANSA - tanto è vero che gli articoli del nostro regolamento sono già adottati indifferentemente da comuni amministrati da centrodestra e centrosinistra".
    Le proteste? "Una tempesta in un bicchiere d'acqua. Non c'è niente di innovativo, solo normali regole di convivenza civile.
    Il regolamento è già entrato in vigore: risulta da qualche parte che il Comune stia dando la caccia ai disperati?"
   

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