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Oltretevere

Medjugorje, 40 anni di storia per la Lourdes dei Balcani

24 giugno 1981 prima apparizione. Attesa ancora pronuncia S.Sede

di Manuela Tulli CITTA DEL VATICANO

(ANSA) - CITTA DEL VATICANO, 12 GIU - Erano a Medjugorje, il paese di origine dei loro genitori, per le vacanze estive.
    Mirjana, 16 anni, studiava infatti a Sarajevo, e Ivanka, 15enne da pochi giorni, a Mostar. Erano a passeggio, quel 24 giugno del 1981 quando Ivanka disse all'amica di aver visto una figura luminosa. "Guarda, la Gospa!", che vuol dire Madonna in lingua croata. Su due piedi l'amica non le credette ma poi insieme ad altri amici tornarono a recarsi sul Podbrdo e da allora i veggenti, divenuti nel frattempo sei (con Ivan, Jakov, Vicka e Marija), hanno continuato a riferire di queste apparizioni, oltre 50mila in quarant'anni.
    Nasce così la storia della 'Lourdes' dei Balcani, un evento sul quale il Vaticano ancora non si è espresso. Lo studio del 'fenomeno', tra i più lunghi in termini di presunte apparizioni nella storia della Chiesa, era stato affidato ad una commissione guidata dal card. Camillo Ruini le cui conclusioni però sono filtrate solo in via non ufficiale e comunque la decisione finale spetterà al Papa.
    L'evento si verificava nella ex Jugoslavia comunista (oggi Medjugorje è in Bosnia Erzegovina) e le parole di sei, tra bambini ed adolescenti, trovarono il 'muro' delle autorità locali ma anche della stessa Chiesa che voleva vederci chiaro.
    Ma con il tempo il piccolo centro, che ancora oggi conta poche migliaia di residenti, divenne meta di pellegrinaggi spontanei, fino a due-tre milioni di persone l'anno nell'epoca pre-Covid. Una realtà che ha spinto Papa Francesco ad inviare un suo delegato, nel 2017, il vescovo polacco mons. Henryk Hoser, proprio per verificare come gestire le necessità spirituali dei pellegrini.
    Il Vaticano ha voluto dunque separare la fede popolare suscitata da questo luogo dalla storia delle presunte apparizioni. Quanto ai veggenti, ormai tutti adulti, alcuni con famiglia, la stessa Commissione Ruini rilevava "un rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro" perché "è mancata loro una attendibile e continuativa guida spirituale". Tra l'altro Tomislav Vlasic, ex francescano e prima guida spirituale dei ragazzi, ad ottobre dello scorso anno è stato scomunicato.
    La Commissione Ruini ha espresso un giudizio negativo in particolare su uno dei veggenti, Ivan Dragicevic, che ha fatto delle conferenze su Medjugorje "l'unico suo lavoro e sostegno".
    Comunque più o meno tutti hanno qualche attività economica, tra bed and breakfast e pellegrinaggi, grazie al loro 'ruolo' di veggenti e questo non piace in Vaticano.
    Nel 2019 Papa Bergoglio ha poi dato la sua autorizzazione ai pellegrinaggi che da allora possono dunque essere regolarmente organizzati dalle diocesi e dalle parrocchie e non più soltanto in forma 'privata'. La svolta più importante c'è stata però lo scorso mese di maggio, quando il Pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione ha inserito il 'santuario', che tra l'altro è invece una semplice parrocchia, tra i luoghi scelti per la maratona di preghiera per chiedere la fine della pandemia. Medjugorje è stata dunque indicata tra i trenta luoghi mariani, sullo stesso piano di Fatima, Loreto, Nazareth, per citarne alcuni.
    Il Papa argentino, dopo lo scetticismo sui messaggi riferiti dai veggenti, perché "la Madonna è madre non postina", come ha detto in più occasioni, con il suo inviato Hoser ha voluto delineare un nuovo futuro per questo centro della fede al quale guardano tanti pellegrini.
    Dal luglio dello scorso anno è alla guida della diocesi di Mostar, nel territorio della quale si trova appunto Medjugorje, mons. Petar Palic, che ha preso il posto di monsignor Ratko Peric (pensionato per limiti d'età) che non ha mai creduto nelle apparizioni mariane e ha sempre contrastato il 'fenomeno' Medjugorje, come d'altronde aveva fatto il suo predecessore, mons. Pavao Zanic. L'opposizione della Chiesa locale, unitamente ai tanti dubbi sui veggenti, è stata forse tra le ragioni di una difficoltà da parte del Vaticano a dare una valutazione. Con il nuovo vescovo e le ultime indicazioni, in chiave più spirituale che miracolistica, sembra che si sia cominciato a scrivere una nuova pagina. (ANSA).
   

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