Resistente ai cambiamenti climatici,
alla siccità e alle malattie come la Xylella e non solo, ma
anche produttivo, adatto alla coltura intensiva e ricco in
composti salutari. È così che dovrà essere l'olivo italiano del
futuro, un obiettivo raggiungibile a patto che si lavori con
impegno sul miglioramento genetico a partire dalla biodiversità
esistente. Una sfida raggiungibile spiega all'ANSA il direttore
del Crea-Ofa Centro di olivicoltura, frutticoltura e
agrumicoltura Enzo Perri, l'ente di ricerca tra i partner
italiani del progetto internazionale GEN4OLIVE, che coinvolge 16
enti di ricerca e Università fra Europa, Turchia e Marocco. Il
Crea contribuirà, infatti, a selezionare oltre 300 genotipi di
olivo per valutare la resistenza e la tolleranza a Xylella
fastidiosa, ampliando la scelta varietale. "Come Crea-Ofa
custodiamo nel nostro campo una collezione che ci pone ai
vertici in Italia e nel mondo", precisa Perri, responsabile
scientifico Crea per GEN4OLIVE. Ed è proprio dalle risorse
genetiche dell'olivo esistenti che potrebbero arrivare soluzioni
ai cambiamenti climatici, ma che rimangono sulla carta anche per
la mancanza di collaborazione tra banche del germoplasma,
olivicoltori e vivaisti. Sebbene il germoplasma olivicolo sia
molto ricco e diversificato, ricorda il Crea, solo il 5% delle
varietà di olivo presenti nel mondo viene sfruttato
commercialmente. Il contributo del Crea al progetto è valutare
la suscettibilità varietale alla Xylella fastidiosa. I dati
morfologici raccolti per almeno 3 anni serviranno ad ottenere i
migliori 'genitori' per l'avvio di programmi di miglioramento
genetico e per la selezione varietale di genotipi caratterizzati
da tratti agronomici più idonei alla coltivazione in condizioni
di cambiamento climatico. Per poter rendere fruibili le risorse
genetiche agli olivicoltori, si sta sviluppando una app per il
riconoscimento varietale basata sul nocciolo del frutto. Le
varietà selezionate e le nuove varietà permetteranno ai
produttori di ottenere una riduzione dei costi ed un minore
impatto ambientale: avranno a disposizione, infatti, risorse
genetiche di olivo più idonee a contrastare e mitigare i
cambiamenti climatici e più tolleranti agli stress, mantenendo
elevati la produttività e il valore salutistico degli oli.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA