"Ciò non toglie che ci siano forti preoccupazioni per l'aumento dei costi di tutti i fattori produttivi - spiega Rigotti - che non si riescono a coprire dall''incremento del valore delle vendite; ed è qui che occorre lavorare per fare in modo che i produttori, che finora hanno sostenuto e assorbito gli aumenti, non soccombano sotto la pressione dei rincari". Per la vitalità del settore, secondo il coordinatore, risulta sempre più determinante l'impatto dei costi dell'energia, della logistica e dei materiali divenuti ormai insostenibili, da normalizzare con misure efficaci e tempestive. Oltre ad incidere sulla remunerazione dei soci, "l'aumento mette a rischio in molti casi la sostenibilità economica stessa delle imprese". Una volta gestita l'emergenza, sarà poi necessario ragionare su processi di innovazione e ri-organizzazione del settore per ridurre i costi di esercizio e creare valore. Sulle politiche europee che rischiano di danneggiare il settore, dall'approccio ideologico al vino e salute, alla riduzione degli agrofarmaci, Rigotti ha chiesto "unità di intenti e un approccio metodico e scientifico".
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