"Sale a 120 miliardi il valore del
falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, anche sulla spinta
della guerra che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed
embarghi, favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione
di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il
sistema produttivo nazionale". E' l'allarme lanciato da
Coldiretti in occasione della Settimana dell'Anticontraffazione
dal ministero dello Sviluppo economico (Mise). "Il risultato -
stima Coldiretti è che per colpa del cosiddetto 'italian
sounding' nel mondo oltre due prodotti agroalimentari tricolori
su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale
con il nostro Paese". In testa alla classifica dei prodotti più
taroccati, secondo l'organizzazione agricola, ci sono i
formaggi a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano
con la produzione delle copie che ha superato quella degli
originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino
al parmesan diffuso in tuti i continenti. "Ma ci sono -
sottolinea Coldiretti - anche le imitazioni di Provolone,
Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono
clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la
mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di
oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano". Tra gli
"orrori a tavola", secondo Coldiretti non mancano i vini, dal
Chianti al Prosecco, e "la situazione è destinata peraltro a
peggiorare se l'Ue dovesse dare il via libera al riconoscimento
del Prosek croato". Tra i maggiori taroccatori del Made in Italy
- rileva l'organizzazione - ci sono paradossalmente i Paesi
ricchi, a partire proprio dagli Stati Uniti dove si stima che il
valore dell'italiano sounding abbia raggiunto i 40 miliardi di
euro. "Ma l'industria del falso dilaga anche in Russia -
conclude - per effetto delle sanzioni per l'occupazione
dell'Ucraina che hanno portato Putin a decidere l'embargo sui
prodotti agroalimentari occidentali".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA