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Dal telescopio Webb le galassie più antiche mai viste

Dal telescopio Webb le galassie più antiche mai viste

Si stavano formando quando l'universo era giovanissimo

04 aprile 2023, 18:47

Redazione ANSA

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Rappresentazione artistica del telescopio spaziale James Webb (fonte: Hubble ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione artistica del telescopio spaziale James Webb (fonte: Hubble ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Rappresentazione artistica del telescopio spaziale James Webb (fonte: Hubble ESA) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono state catturate dal telescopio spaziale James Webb le immagini delle galassie più antiche mai viste: sono quattro e la loro 'data di nascita' è stata confermata adesso: risalgono all'epoca in cui l'universo era giovanissimo, aveva cioè un'età compresa fra 300 e 500 milioni di anni, vale a dire circa il 2% della sua età attuale. Questo significa che le quattro galassie erano anch'esse giovanissime e in piena formazione. Questo viaggio nel tempo all'alba dell'Universo si deve a due articoli, pubblicati entrambi sulla rivista Nature Astronomy.

La ricerca firmata da Emma Curtis-Lake, dell'Università britannica dell'Hertfordshire, e dall'italiano Stefano Carniani, della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha trovato nei dati del James Webb Space Telescope (Jwst) la conferma che quelle osservate appartenevano alle prime generazioni di galassie, ancora povere di elementi complessi, come carbonio, ossigeno e azoto.

L'altra ricerca, di Brant Robertson, dell'Università della California a Santa Cruz, e dello svizzero Sandro Tacchella, dell'Università di Cambridge, in Gran Bretagna, ha fornito altre caratteristiche delle quattro galassie, determinandone le dimensioni e indicando che le stelle contenuta in ognuna di esse avevano una massa complessiva pari a 100 milioni quella del nostro Sole.

"Le galassie erano state individuate in dicembre e adesso arriva una conferma importante", dice Carniani all'ANSA. Il telescopio James Webb ha permesso di arrivare a definirle nel dettaglio: analizzandone la composizione della luce, ha permesso di riconoscere firme molto chiare nelle lunghezze d'onda dell'ultravioletto, che aiuta a differenziare le quattro galassie da altre che hanno proprietà simili. I ricercatori ne hanno poi misurato la velocità sulla base del fenomeno per cui, a causa dell'espansione dell'Universo, la luce proveniente da oggetti distanti si sposta verso lunghezze d'onda vicine all'estremità rossa dello spettro (redshift): più rossa è l'immagine, più distante è l'oggetto. Tutto questo ha permesso di ricostruire la formazione di queste quattro giovanissime galassie. Al momento non hanno un nome e sono indicate dalle sigle Jades-GS-z10-0, Jades-GS-z11-0, Jades-GS-z12-0, Jades-GS-z13-0.

"I modelli avevano previsto galassie così antiche, ma solo adesso per la prima volta iniziamo a studiare le loro proprietà". Per esempio, prosegue, "ora sappiamo che erano più piccole e oltre 50 volte più compatte della Via Lattea e che al loro interno si stava formando un numero di stelle per anno simile a quello della nostra galassia".

Per la prima volta, cioè, queste osservazioni ci dicono "come si stanno formando le prime galassie. In questo snapshot delle prime galassie vediamo un'immagine dell'universo antico, che ci dice come si stavano evolvendo".

Per il futuro, dice ancora Carniani, "l'idea è trovare galassie ancora più antiche, che ci mostrino fasi dello sviluppo precedenti rispetto a quelle osservate".

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