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Il telescopio Webb svela stelle lontanissime, tra le prime dell’universo

Il telescopio Webb svela stelle lontanissime, tra le prime dell’universo

Intorno a una galassia distante 9 miliardi di anni luce

29 settembre 2022, 17:04

Redazione ANSA

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Migliaia di galassie riempiono questa immagine di Webb ad alta risoluzione nel vicino infrarosso dell 'ammasso di galassie SMACS 0723 (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Migliaia di galassie riempiono questa immagine di Webb ad alta risoluzione nel vicino infrarosso dell 'ammasso di galassie SMACS 0723 (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Migliaia di galassie riempiono questa immagine di Webb ad alta risoluzione nel vicino infrarosso dell 'ammasso di galassie SMACS 0723 (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il telescopio spaziale James Webb (Jwst), delle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa) e Canada (Csa), ha svelato gli ammassi stellari più lontani mai scoperti, che contengono tra le prime e più antiche stelle dell’universo. Questi densi gruppi di milioni di stelle si trovano intorno ad una galassia distante nove miliardi di anni luce, che ci appare quindi com’era quando l'universo aveva solo quattro miliardi e mezzo di anni: attualmente, l’età stimata dell’universo è di 13,7 miliardi di anni. La scoperta, pubblicata sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, è di un gruppo di ricercatori dell’indagine Canadian Niriss Unbiased Cluster Survey (Canucs), guidati dall’Università canadese di Toronto.

“Guardare le prime immagini del Jwst e scoprire antichi ammassi globulari attorno a galassie lontane è stato un momento incredibile, che sarebbe stato impossibile con le precedenti immagini del telescopio spaziale Hubble”, commenta Kartheik Iyer, che ha guidato i ricercatori insieme a Lamiya Mowla. “Abbiamo potuto osservare gli ammassi con diverse lunghezze d’onda e quindi capire meglio le loro proprietà fisiche – continua Iyer – come l’età e il numero di stelle che contengono”.

La galassia circondata dagli ammassi stellari è un soggetto speciale, perché la possiamo vedere ingrandita di un fattore 100 grazie ad un effetto chiamato ‘lente gravitazionale’: in pratica, l'ammasso di galassie SMACS 0723 che si trova in primo piano distorce ciò che c'è dietro come una gigantesca lente d'ingrandimento e produce ben tre immagini separate della galassia nascosta dietro, permettendo quindi di studiare i gruppi di stelle con grande dettaglio. “Questi ammassi appena scoperti – aggiunge Mowla – si sono formati solo poco tempo dopo il periodo in cui le stelle sono nate per la prima volta”. 

 

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