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Nanosensore riconosce i pesticidi sulla frutta in 5 minuti

Nanosensore riconosce i pesticidi sulla frutta in 5 minuti

Potrebbe diventare di uso comune in negozi e supermercati

08 giugno 2022, 16:30

Redazione ANSA

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Nanoparticelle riscaldate e spruzzate su una superficie sono alla base del nuovo nano-sensore che riconosce tracce di pesticidi sulla frutta in 5 minuti (Fonte: Artwork by Haipeng Li and Georgios A Sotiriou) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nanoparticelle riscaldate e spruzzate su una superficie sono alla base del nuovo nano-sensore che riconosce tracce di pesticidi sulla frutta in 5 minuti (Fonte: Artwork by Haipeng Li and Georgios A Sotiriou) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nanoparticelle riscaldate e spruzzate su una superficie sono alla base del nuovo nano-sensore che riconosce tracce di pesticidi sulla frutta in 5 minuti (Fonte: Artwork by Haipeng Li and Georgios A Sotiriou) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un nuovo nano-sensore riesce a riconoscere le tracce di pesticidi presenti sulla frutta in soli 5 minuti, evitando quindi i potenziali problemi di salute che possono derivare dal consumo di queste sostanze nocive. Il dispositivo, sviluppato da ricercatori guidati dall’Istituto Karolinska di Stoccolma, è economico e facile da produrre, fattori che lo rendono adatto a diventare di uso comune in negozi e supermercati, per monitorare la qualità della frutta venduta ai consumatori. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Advanced Science.

I ricercatori guidati da Haipeng Li hanno utilizzato una potente tecnica di rilevamento in grado di aumentare di oltre 1 milione di volte i segnali provenienti dalle biomolecole che si intende cercare: è una tecnologia già usata in diversi campi di ricerca, ma gli elevati costi di produzione e la limitata riproducibilità ne hanno finora ostacolato l’applicazione nel campo della sicurezza alimentare. Gli autori dello studio hanno però trovato un modo più economico per ottenere lo stesso risultato: hanno usato nanoparticelle di argento riscaldate e poi spruzzate su una superficie di vetro in modo da creare un rivestimento metallico, aggiustando poi la distanza fra le singole nanoparticelle per aumentarne la sensibilità.

I ricercatori hanno messo alla prova il sensore con il Parathion, un insetticida altamente tossico un tempo impiegato nell’agricoltura e il cui uso è ora vietato o molto limitato nella maggior parte dei Paesi. I residui del pesticida sono prelevati dalla frutta con un batuffolo di cotone, che viene poi immerso in una soluzione che libera le molecole della sostanza nociva: facendo infine cadere questa soluzione sul sensore, si ottiene il responso nel giro di pochi minuti. “La tecnologia dovrà essere validata da studi più ampi”, dice Li, “ma abbiamo fornito una prima prova pratica dell’applicabilità di questi sensori su larga scala per la sicurezza alimentare”.

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