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People

Nel mondo di Bowie, con Moonage Daydream persi nella sua musica /TRAILER

In sala il film evento di Britt Morgen

Moonage Daydream © ANSA
  • di Alessandra Magliaro
  • ROMA
  • 24 settembre 2022
  • 21:05

MOONAGE DAYDREAM di Brett Morgen, nelle sale Imax in esclusiva dal 15 al 21 settembre e poi tre giorni evento 26-27-28 solo al cinema è molto di più di un documentario, è piuttosto una full immersion nell'universo di David Bowie che ti avvolge e quasi ti stordisce come una performance psicadelica.
    Il regista che gia' si era occupato nel 2016 egregiamente di Kurt Cobain, ha fatto un incredibile lavoro di archivio tra le montagne di video, esibizioni, film, rappresentazioni che la personalita' unica dell'artista inglese hanno prodotto nella sua vita. A Cannes è stato il più lungo applauso del festival nel maggio scorso, ora arriva in sala in tutto il mondo per i fan.
   
Tra tutta quella massa enorme di immagini, Brett Morgen è riuscito a trovare un filo: la voce di David Bowie (montata tra le tante interviste). Non ci sono testimoni a parlare, come spesso accade per questo genere di film, ma solo lui, lui e la sua arte.
    Per realizzare Moonage Daydream, Morgen ha avuto accesso senza limiti alla collezione della David Bowie Estate, per la prima volta nella storia: 5 milioni di beni, disegni, registrazioni, film e riviste rari e mai visti prima. Il regista ha trascorso quattro anni ad assemblare il film e altri 18 mesi a progettare il paesaggio sonoro (ed e' davvero un paesaggio), le animazioni e la tavolozza dei colori. I titoli di coda sono lunghi minuti e resti li a leggerli per trovare conferma alle tue emozioni: scorrono i titoli di tutte le citazioni, dei tour, dei film, delle piece di quest'uomo speciale che a 33 anni, per fare un esempio, aveva inciso 17 album, girato due film, riempito le gallerie d'arte dei suoi lavori di pittura e scultura, avuto a Broadway il primo successo per un musicista.
    Il film comincia con una citazione in cui Bowie parla di Friedrich Nietzsche secondo cui Dio e' morto e gli esseri umani devono diventare loro stessi. Non un caso per l'artista che ha flirtrato con la filosofia per tutta la vita.
    La biografia di Bowie (1947-2016) c'e', ma come per tutto lo stile del film, non e' lineare, non procede classicamente (le date sono pochissime in tutto il documentario) riflettendo quello che David piu' volte ha ribadito: "la mia affascinazione per un linguaggio artistico che si occupa di frammenti e caos.
    Alla fine, se devo trovare in tutto quello che ho fatto una linea e' questa, riflettere il caos, tentare di 'organizzarlo'".
    Montaggio e sound design sono da Oscar: il collaboratore di Bowie Tony Visconti e il mixer del suono premio Oscar per Bohemian Rhapsody Paul Massey. Moonage Daydream non delude le aspettative: e' una immersione vera e propria anche per come e' stato girato, non c'e' l'idea di rimettere in circolazione materiali d'epoca ma rielaborarli, renderli nuovi. Per un fan di Bowie il film e' uno scrigno di tesori. La musica non si ferma mai, in un continuo alternarsi, quasi dei lampi, dai primi successi giovanissimo Ziggy Stardyst di Space Oddity passando per Life on Mars, Hallo Spaceboy, Heroes e poi le riprese dei concerti con le immagini di isteria che lo hanno accompagnato fin da quando si e' capito come quel ragazzo di Brixton, il quartiere di Londra pieno di immigrati afro-caraibici e ad alto tasso di criminalita', poco amato dalla madre e orfano di padre, fosse davvero unico. L'artista androgino, che provoco' l'Inghilterra di inizio anni '70 dichiarando la bisessualita', usando make up, smalto e tacchi alti, e' stato una persona eclettica capace di interpretare tanti ruoli. "Per tutta la vita - dice - ho detestato la banalita' e ho voluto continuamente esplorare territori sconosciuti, fare conoscenze, incontrare le persone nel mondo, essere continuamente un altro. Martedi' ero buddista e venerdi' mi piaceva Nietzsche", dice ad un certo punto". Dopo gli anni del boom in Inghilterra dove diventa una super star, ci sono il periodo di Los Angeles "una citta' che detesto", quello in America "che mi ha fatto crescere musicalmente", il periodo costruttivo di Berlino negli anni '80, quando lavora con Brian Eno "per la prima volta libero" e il commovente ritorno a Brixton dopo tanti anni e un concerto cittadino soldout. Vita privata in Moonage Daydream pochissima, l'accenno alla madre e l'incontro con Iman, la bellissima top model somala, sposata nel 1992 che apre un periodo romantico e positivo anche nella sua musica. Due ore e 20 minuti con la musica che non si ferma mai, se non interrotta dalla voce dell'artista, un film irrequieto e commovente ci ricorda che abbiamo avuto David Bowie, il marziano sceso sulla terra.

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