Per 9 italiani su 10 l'istruzione
deve rivestire un ruolo di primo piano nell'agenda politica e
per rilanciare la scuola le leve principali su cui bisogna agire
sono la stabilizzazione dei docenti precari e la
riqualificazione degli edifici scolastici. È quanto emerge da un
sondaggio flash realizzato dalla Swg per la Gilda degli
Insegnanti.
Oltre il 90 per cento degli intervistati ritiene che la scuola
debba essere in cima alla lista degli impegni della classe
politica: per il 54 per cento dovrebbe occupare una posizione
'prioritaria', per il 38 per cento 'importante'.
Analizzando la composizione sociale del 54 per cento degli
intervistati che ritiene prioritario il tema dell'istruzione
scolastica, risulta che a considerarlo tale sono soprattutto i
genitori di figli che frequentano la scuola secondaria (65 per
cento), le persone laureate (63 per cento) e i ceti medio-alti
(59 per cento).
Prendendo in esame l'età degli intervistati, invece, si
evidenzia che di quel 54 per cento la maggior parte è costituita
da 35-54enni (51 per cento) e over 55 (61 per cento), mentre
maggiore freddezza è dimostrata dai giovani tra i 18 e i 34 anni
(46 per cento).
Precariato e inadeguatezza degli spazi dove svolgere l'attività
didattica vengono indicati come i problemi della scuola più
impellenti ai quali il prossimo governo dovrebbe dedicarsi. Per
il 27 per cento l'intervento più urgente da mettere in campo
riguarda la stabilizzazione dei docenti precari, a garanzia
della continuità didattica, e il potenziamento del sistema di
reclutamento con concorsi a cadenza annuale, mentre il 26 per
cento lo individua nella riqualificazione degli edifici
scolastici attraverso l'ampliamento degli spazi e la riduzione
del numero di alunni per classe. Secondo il 21 per cento,
invece, la priorità spetterebbe al contrasto alla dispersione
scolastica e al recupero del divario tra studenti del Nord e del
Sud; il 16 per cento alla sburocratizzazione del lavoro dei
docenti e il 10 all'aumento degli stipendi degli insegnanti.
"Come insegnanti - commenta Rino Di Meglio, coordinatore
nazionale della Gilda degli Insegnanti - siamo confortati
dall'attenzione che l'opinione pubblica dimostra di avere verso
la qualità dell'istruzione in Italia. Ci auguriamo che questo
sentimento diffuso contagi anche coloro che si assumeranno la
responsabilità di governo dopo le elezioni. I cittadini italiani
sembrano aver compreso bene che investire sull'istruzione
significa investire sul futuro del Paese".
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