Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Acqua: Legambiente, impronta Italia è fra più alte in Europa

Circa 130 miliardi metri cubi/anno, serve gestione responsabile

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 03 NOV - In Italia si prelevano più di 33 miliardi di metri cubi di acqua l'anno e se ne perde il 22% (di cui 17% nel settore agricolo e il 40% in quello civile) e secondo i dati del water footprint network "l'impronta idrica" del nostro Paese è stimata in circa 130 miliardi di metri cubi all'anno - una delle più alte d'Europa - di cui il 60% è relativo all'acqua utilizzata per prodotti o ingredienti importati dall'estero. Lo afferma Legambiente in occasione della IV edizione del Forum Acqua "L'impronta idrica come strumento di adattamento alla crisi climatica" organizzato in collaborazione con Utilitalia e con il patrocinio del ministero della Transizione Ecologica e della Regione Lazio.
    Quanto ai consumi di acqua ogni anno in Italia la stima è di oltre 26 miliardi di metri cubi con il settore agricolo che è il più "idroesigente" (55%), seguito da quello industriale (27%) e da quello civile (18%) fa sapere Legambiente spiegando che i consumi rappresentano poco meno del 78% dei 33 miliardi prelevati, a causa del 22% delle perdite.
    "Numeri non più sostenibili su cui bisogna intervenire rapidamente" dice la ong secondo cui è necessario "utilizzare l'impronta idrica per migliorare la gestione" dell'acqua "e la sostenibilità ambientale dei processi, aumentare la consapevolezza dei consumatori e produttori e cambiare il modello di gestione dell'acqua in ambito urbano".
    Ad incrementare la vulnerabilità dell'acqua, aggiunge Legambiente, "è la forte crescita di eventi climatici estremi che causano danni ai territori, alle attività produttive, alla salute dei cittadini e agli ecosistemi". (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA