(ANSA) - ROMA, 19 SET - Attraverso le tecnologie a basse
emissioni di CO2, l'industria chimica potrebbe raddoppiare il
suo fatturato e creare 29 milioni di nuovi posti di lavoro entro
il 2050. Lo afferma uno studio, pubblicato dalla società di
consulenza sullo sviluppo sostenibile Systemiq e dal Center for
Global Commons dell'Università di Tokyo.
Attualmente le aziende chimiche sono responsabili del 4%
delle emissioni globali di gas serra, una quota pari a quella di
uno stato come la Russia. L'aumento della produzione, previsto
per i prossimi anni, potrebbe quindi far salire la temperatura
della Terra fino a 4 gradi centigradi, ben oltre l'obiettivo di
1,5 gradi fissato dagli accordi sul di Parigi del 2015.
Evitare questo scenario però è possibile, rafforzando alcune
buone pratiche, come il riciclaggio della plastica e l'utilizzo
mirato dei fertilizzanti, e investendo su tecnologie emergenti.
Prime fra tutti quelle che utilizzano l'idrogeno.
Gli investimenti necessari, per gli esperti, ammontano a
circa 100 miliardi di dollari all'anno, da qui al 2050. Una
cifra ridotta rispetto ai ricavi attuali del settore, che
permetterebbe però di raddoppiarli, fino a circa 4.700 miliardi
di dollari all'anno.
La transizione creerebbe anche circa 11 milioni di nuovi
posti di lavoro nella produzione di prodotti chimici e altri 18
milioni nelle industrie correlate, prevede lo studio.
Una revisione dei processi produttivi è già in corso: molte
aziende secondo l'analisi, stanno infatti investendo
nell'efficientamento energetico, a causa dell'aumento delle
bollette di gas ed elettricità. Osservate speciali sono anche
le tecniche sperimentali di cattura e stoccaggio del carbonio.
Le tecnologie necessarie al momento non sono ancora disponibili
sul mercato, ma in futuro potrebbero svolgere un ruolo
importante nel cammino dell'industria chimica verso una maggiore
sostenibilità. (ANSA).