In media ogni anno 189 milioni di
persone vengono colpite da eventi climatici estremi nei Paesi in
via di sviluppo. È l'allarme lanciato oggi in un nuovo rapporto
diffuso dalla rete "Loss and Damage Collaboration", di cui Oxfam
fa parte assieme ad oltre 100 ricercatori, attivisti e decisori
politici da tutto il mondo.
Secondo le stime riportate nel report, il 79% delle vittime
registrate e il 97% delle persone colpite da eventi climatici
estremi dal 1991 viveva nei Paesi in via di sviluppo. II numero
di disastri climatici nelle aree più povere del pianeta è più
che raddoppiato nello stesso periodo, causando oltre 676 mila
vittime.
L'Africa - secondo i dati dell'African Development Bank - sta
perdendo tra il 5 e il 15% di Pil pro-capite all'anno a causa
dei cambiamenti climatici, pur essendo responsabile di meno del
4% delle emissioni inquinanti a livello globale.
Solo nella prima metà del 2022, sei tra i più grandi attori
dell'industria mondiale dei combustili fossili (BP, Shell,
Chevron, Exxon Mobil, Total e Eni) hanno realizzato profitti
superiori per 70 miliardi di dollari. Secondo Oxfam, il prezzo
sono stati disastri climatici nei Paesi in via di sviluppo.
Complessivamente, 55 tra i Paesi più poveri al mondo hanno
subito perdite economiche da eventi climatici estremi per 500
miliardi di dollari nei primi 20 anni del secolo.
"Il tema dei finanziamenti necessari ad affrontare il costo
dell'impatto sempre più distruttivo del cambiamento climatico -
ha detto Francesco Petrelli, policy advisor di Oxfam Italia - è
destinato ad essere al centro della prossima Cop27 che si terrà
a novembre a Sharm El-Sheikh in Egitto. Alla conferenza i Paesi
in via di sviluppo chiederanno di agire dopo decenni di ritardi,
rinvii e promesse non mantenute. Ci uniamo a questo appello,
perché senza un'azione immediata ed efficace, ancora tantissime
vite andranno perse".
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