"Si parla molto di cambiamenti
climatici ma poco di come queste crisi sono diventate ormai
delle crisi umane". Lo afferma la Rappresentante per l'Italia
dell'Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, Chiara Cardoletti al
festival dello Sviluppo sostenibile di Asvis dove indica che "la
maggior parte di rifugiati e sfollati oggi provengono da paesi
che sono estremamente fragili dal punto di vista dal punto di
vista ambientale, quasi l'80%".
L'esempio citato è quello del Pakistan, uno dei prima paesi
di asilo, dove dopo terremoti e inondazioni "le comunità
autoctone fanno fatica a condividere le poche risorse
disponibili" con quasi un milione di rifugiati.
In questo contesto, per Cardoletti, "l'obiettivo è rendere
sempre meno difficile il lavoro ai paesi che stanno ospitando
rifugiati e che hanno fragilità molto gravi a livello
ambientale" e per questo la prima cosa è "ascoltare le comunità
ospitanti". "La seconda cosa - continua - è che questi paesi
devono essere finanziati adeguatamente". E il terzo punto è
investire sulla prevenzione e adattabilità delle comunità quindi
non aspettare che tutti debbano fuggire di fronte a problemi di
siccità o carestie. "È possibile farlo, però - conclude
Cardoletti - bisogna investire e non aspettare l'ultimo
momento".
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