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Beccaria Alla Grande: pochi giorni al varo, e...

Storie di mare che nascono a terra

Responsabilità editoriale Saily.it

SIAMO STATI IN CANTIERE A GENOVA! – Con Edoardo Bianchi in Sangiorgio Marine, primo sguardo al nuovo Class40 di Ambrogio Beccaria. Varo ad agosto e subito in regata alla Palermo-Montecarlo. La barca è bellissima ed estrema, il cantiere si prepara a diventare un riferimento – FOTO

SIAMO STATI IN CANTIERE A GENOVA! – Con Edoardo Bianchi in Sangiorgio Marine, primo sguardo al nuovo Class40 di Ambrogio Beccaria. Varo ad agosto e subito in regata alla Palermo-Montecarlo. La barca è bellissima ed estrema, il cantiere si prepara a diventare un riferimento – FOTO

Una visita volante, un’occasione per salutare degli amici speciali: uno – navigatore emergente e già affermato, spauracchio dei cugini francesi - si prepara a un paio di stagioni memorabili (comprensive di un giro del mondo a tappe in solitario) sulla categoria oceanica del momento, i Class40. L’altro – ingegnere, due Olimpiadi in Tornado, esperienze di spessore al cantiere Persico nella nascita delle ultime due Luna Rossa AC75 – gliela sta costruendo con maestria e tempi record.

Calata Gadda, nel cuore del Porto Antico di Genova, dove il mare si coglie in ogni dettaglio, sguardo, profumo, e dove le barche e le navi nascono, sostano, si rinvigoriscono, ci sono i capannoni e le strutture di Sangiorgio Marine, il cantiere coordinato da Edoardo Bianchi, in un angolo del quale sta nascendo la piccola astronave di Ambrogio Beccaria. Eccoli, Edo e Bogi, i due amici, associati nell’impresa che vede coinvolte tante altre persone, altri amici e volti noti, oltre alle maestranze del cantiere. Pian piano li scopriremo tutti.

Sono di passaggio e non perdo l’occasione di andarli a trovare. Scopro due realtà parallele di grandi potenzialità: il cantiere, che per posizione, cubature, attrezzature, piani di sviluppo e centralità genovese, si puo’ immaginare come un punto di riferimento per costruire, refittare, manutenere yacht tra 60 e 100 piedi, oltre a realizzare one-off come Alla Grande. E la barca, il Class40 disegnato da Gianluca Guelfi in collaborazione con Fabio D’Angeli, che a pochi giorni dal varo, guscio completo in via di verniciatura, ci appare ben più estrema di quanto i disegni e i rendering avessero lasciato immaginare. Più che un Class40, si direbbe quasi un piccolo Imoca.

Così la storia (che avevamo raccontato qui) dei tre amici laureati in Ingegneria nautica a La Spezia, prende il corpo e le sembianze concrete di un ultramoderno yacht da regata oceanica, con tutto il corredo mix di alta tecnologia, idee e sogni d’altomare. Con il sostegno di marchi importanti: dal main e lead sponsor Pirelli, che mette un’altra firma sulla vela dopo la partecipazione all’America’s Cup con Luna Rossa, al global sponsor Mapei. Saremo inguaribili romantici, ma in Italia operazioni del genere non sono così frequenti come in Francia, e quindi il piacere di vedere e toccare con mano lo spirito e le professionalità coinvolte si raddoppia.

Alla Grande sarà varata tra pochi giorni, dopo la seconda settimana di agosto, e navigherà subitissimo, prua a Sud per essere al via il 19 del mese alla Palermo-Montecarlo, 500 miglia come un bisturi che taglia il Tirreno, affrontati con un laboratorio galleggiante.

Cosa vediamo nel gigantesco hangar 1 del cantiere Sangiorgio Marine (occhio a questo nome: ne sentirete parlare parecchio in futuro) con vista sul porto di Genova? Un Class40 dalle linee particolarissime, fiancate basse, prua e pianta arrotondatissime verso prua, un vero scow, svasature della coperta lungo la falchetta (i più datati tra i lettori potranno ricordare alcuni progetti di Aldo Renai come il mitico Serenity, per capirci), e soprattutto un’architettura della tuga su più livelli, per dare rigidità e volumi unitamente a ragionamenti sulle regole di classe e il raddrizzamento.

Non manca l’ampia protezione del pozzetto (la più voluminosa della categoria, ed è già previsto un ampliamento per la regata intorno al mondo), a sua volta super-ergonomica e cucita intorno alle esigenze e abitudini del navigatore. Al centro del pozzetto spicca un’ampia apertura rettangolare (la prima cosa cui fa pensare è... un forno!), derivazione finale di una carenatura che parte dal piede d’albero e porta a poppa tutte le manovre a disposizione del solitario.

A circa 20 giorni dal varo, si fanno rifiniture e si notano particolari unici (la rotaia della randa ingoiata nello stampo), mentre Edoardo ci porta a fare un giro nel quartiere cantieristico di Sangiorgio Marine, spazi veramente grandi e una quantità di idee su come riempirli e attrezzarli al meglio nei prossimi mesi.

Ripartiamo dopo una bella parentesi e non vediamo l’ora di vedere questa barca in mare, correre nel vento Alla Grande!

Responsabilità editoriale di Saily.it