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Richard Madden, i supereroi? Il mio è mio padre

A Giffoni uno dei volti più amati del 'Trono di spade'

Salerno ANSAcom

Sguardo magnetico, voce profonda, grande disponibilità con giornalisti e giurati. Richard Madden, uno dei volti più amati del 'Trono di spade', l'ospite di punta di questa giornata al Giffoni Film Festival, in corso a Giffoni Valle Piana (Salerno), non si è tirato indietro a nessuna domanda o curiosità che gli è stata rivolta, oltre ad avere firmato autografi e fatto selfie con i tanti ammiratori che lo hanno atteso al Blue Carpet. Attualmente è impegnato in Citadel, la serie kolossal di fantascienza targata Prime Video (con un cast all star che include Stanley Tucci e Priyanka Chopra) e proprio sulla serie annuncia che: "Uscirà molto probabilmente la prossima estate. E' stato bello lavorare con un cast come quello". Sulla possibilità di rivederlo nei panni di un supereroe, dopo Eternals, dice: "Bisognerebbe chiederlo alla Marvel. Al momento sto leggendo copioni che hanno ruoli diversi. Ma non è detto che in futuro non avvenga, ma non dipende da me". E sui supereroi amati da bambino ha detto: "Mio padre era un vigile del fuoco. E' lui il mio supereroe che ho ammirato tantissimo". Affabile e senza sovrastrutture, Madden spiega che non gli "dà assolutamente fastidio il fatto di essere popolare. Vuol dire che la gente apprezza il mio lavoro". Domande e curiosità tutte consentite, ad eccezione - da parte del suo entourage - di indiscrezioni sul prossimo James Bond, dopo gli insistenti rumors che vorrebbero l'attore al posto di Daniel Craig nei panni di 007. "Le produzioni americane - ha spiegato ai giurati - investono molti più soldi. Però uno dei posti dove mi sono divertito di più a girare è stato proprio in Italia. Nessuno come gli italiani è bravissimo ad improvvisare e risolvere problemi. In America tutto deve essere perfetto. Sono le cose più belle quelle improvvisate e naturali". L'attore, diventato un interprete di fama mondiale universalmente noto e apprezzato in tutto il mondo, specialmente dopo aver vinto il Golden Globe per il miglior attore in una serie drammatica nel 2019 per Bodyguard, ha ricordato anche i suoi esordi. "Mia madre direbbe che mi mettevo spesso nei guai. Non vivevo un periodo facile. A 11 anni fortunatamente sono entrato in un gruppo teatrale dove ho incontrato persone che nutrivano e coltivavano la mia stessa passione. E' stato necessario per allontanarmi da un mondo di bulli. Ai ragazzi mi sento di dire che bisogna trovare qualcosa che ci appassioni e frequentare gente con interessi simili che ci avvicinino". Ai ragazzi del Festival ha anche consigliato di non pensare troppo al giudizio degli altri. "Al me più giovane direi di non prendersi troppo sul serio, perché a nessuno interessa e quando ero più giovane io non c'erano i cellulari e quindi le persone almeno avevano lo sguardo sollevato; oggi nessuno ti guarda perché sono tutti impegnati a guardare i loro schermi". Numerose le domande dei ragazzi in sala sul suo lavoro di attore, sul percorso per diventarlo e Madden sfata un luogo comune: "per me, credo sia importante sapere che per essere un buon artista non devi necessariamente aver sofferto, è un falso mito" E aggiunge: "Quello che è fondamentale è avere compassione per la sofferenza, e comprensione delle altre persone: questo rende il ruolo veramente autentico". Sul tema della discriminazione positiva nel settore dell'audiovisivo e dell'intrattenimento, Madden afferma: "Sono contento di vedere sempre più copioni senza indicazione di genere, età o etnia nelle descrizioni dei personaggi. E' un passo enorme: dal momento non c'è nulla che diversifichi le emozioni, allo stesso modo non dovrebbe esserci nulla che diversifichi le persone". L'attore scozzese ha confessato poi al pubblico: "A volte mi sento impotente come attore nell'influenzare questi movimenti" e dal palco lancia una sfida agli aspiranti cineasti tra i giffoner: "Se qualcuno di voi diventerà regista o sceneggiatore in futuro dovrebbe chiedersi sempre di più cosa possa eliminare di superfluo sulle caratteristiche dei personaggi e puntare di più sulle emozioni da trasmettere".

In collaborazione con:
Giffoni Film Festival

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