E' il primo orto in orbita attorno
alla Terra: si chiama GREENCube, è italiano ed è arrivato nello
spazio con il primo lancio del nuovo razzo Vega C dell'Agenzia
Spaziale Europea (Esa), partito dalla base spaziale di Kourou
(Guyana francese) il 13 luglio scorso. Il piccolo orto è stato
progettato da un gruppo tutto italiano, formato da Enea,
Università Federico II di Napoli e Sapienza Università di Roma,
nel ruolo di coordinatore e titolare di un accordo con l'Agenzia
Spaziale Italiana (Asi).
GREENCube è in grado di garantire un ciclo completo di
crescita di micro-verdure selezionate fra quelle più adatte a
sopportare condizioni estreme, in questo caso il crescione: i
risultati saranno cruciali per valutare la risposta delle piante
alle condizioni di stress estremo, al fine di utilizzarle come
alimento fresco ed altamente nutriente nelle future missioni con
astronauti a bordo.
"La ricerca spaziale si sta concentrando sullo sviluppo di
sistemi per il supporto alla vita nello spazio", dice Luca
Nardi, del Laboratorio Biotecnologie dell'Enea. "Le piante hanno
un ruolo chiave come fonte di cibo fresco per integrare le
razioni alimentari preconfezionate e garantire un apporto
nutrizionale equilibrato, fondamentale per la sopravvivenza
umana in condizioni ambientali difficili".
Alloggiato in un ambiente pressurizzato e confinato, il
micro-orto ha sistemi di illuminazione specifica, controllo di
temperatura e umidità, e sensori hi-tech per il monitoraggio e
controllo da remoto dei parametri ambientali, della crescita e
dello stato di salute delle piante, che trasmetterà a terra
tutti i dati.
"Gli organismi vegetali sono in grado di rigenerare risorse
preziose come aria, acqua e nutrienti minerali", evidenzia
Nardi. "Ma da non sottovalutare è anche il beneficio psicologico
per l'equipaggio - aggiunge Nardi - derivante dalla coltivazione
e dal consumo di verdura fresca per far fronte allo stress
psicologico cui gli astronauti sono soggetti".
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