Harakiri Giappone, la Croazia passa ai rigori. 1-1 al 90', eroe Livakovic che para 3 tiri dal dischetto
Svanisce ai rigori il sogno mondiale del Giappone. Dopo aver di fatto eliminato la Germania e esaltato i tifosi asiatici e non solo con bel gioco e risultati, i Blue Samurai fanno harakiri dal dischetto: ai quarti passa la Croazia che chiude sul 4-2 la roulette dei penalty, in cui però l'eroe è Dominik Livakovic, il portiere dei biancorossi che para tutto e manda a casa gli asiatici. I tempi regolamentari si erano chiusi sull'1-1. I balcanici hanno sofferto a lungo, soprattutto nel primo tempo, le sfuriate degli avversari ma con il passare dei minuti sono riusciti a prendere le misure e a conquistare un passaggio del turno tutto sommato meritato, come confermano la supremazia nel possesso palla e il numero di tiri. Ma i croati devono tutto a Livakovic, portiere classe 1995 della Dinamo Zagabria, che ha parato tre rigori. Decisivi sono stati i gol dal dischetto degli 'italiani' Brozovic, Vlasic e Pasalic, mentre Modric, sotto tono, è stato sostituito nel secondo tempo.
Allo stadio Al Janoub di Al-Wakrah le due squadre hanno giocato a viso aperto fin dall'inizio. La prima occasione arriva dopo 120 secondi: è Taniguchi che colpisce di testa in mezzo all'area, la palla sfila fuori di un soffio. Dopo 5 minuti c'è la replica della Croazia con Perisic e Kramaric che non riescono a colpire a pochi metri dalla porta. Le azioni più pericolose del Giappone arrivano dalla destra dove Ito imperversa e mette ficcanti cross nell'area avversaria, ma senza nessuno in grado di finalizzare. Al 25' l'occasione buona capita sui piedi di Petkovic, che si infila in area tra i difensori nipponici e non riesce a tirare in porta né a servire i compagni. L'inerzia del match torna così dalla parte giapponese: al 40' Kamada spreca a pochi metri da Livakovic, sparando alto dopo un'azione tambureggiante. E' l'anteprima del gol, che arriva al 43' dopo l'ennesimo cross dalla destra, assist involontario di Yoshida e Maeda è implacabile davanti alla porta. Il secondo tempo si apre con il Giappone sempre in avanti ed è Kamada dopo 60 secondi a sfiorare la traversa con un gran tiro da fuori area.
Al 55', il pareggio, improvviso: cross di Lovren dalla trequarti e micidiale colpo di testa di Perisic. Esultano i croati, che fino a qualche istante prima erano in chiara difficoltà. I nipponici tentano subito di tornare avanti con un tiro di Endo da fuori area ma è la Croazia a spingere di più in questa fase, andando vicina al gol prima con un fendente di Modric parato da Gonda e poi con un colpo di testa a lato di Budimir. Nella seconda parte della ripresa i ritmi calano, le squadre si coprono, scattano i cambi, e così si arriva al 90' senza grandi sussulti. Ai tempi supplementari sono la stanchezza e la paura a dominare. Ci provano Endo e Tanaka con tiri da lontano, nessun problema per Livakovic,. Passano i minuti, il Giappone è sulle gambe, non riesce più a ripartire e si chiude a riccio. La Croazia alza il baricentro, fioccano i cross in area ma la difesa nipponica tiene. A pochi istanti dal fischio finale è Majer ad avere la grande occasione: il suo rasoterra passa a mezzo metro dal palo.
Si va ai rigori: il Giappone sbaglia i primi due, i tiri di Minamino e Mitoma sono intercettati da Likavovic, mentre la Croazia è implacabile con Vlasic e Brozovic. Segna Asano, Livaja prende il palo e poi è l'ex sampdoriano Yoshida a fallire dal dischetto. Il rigore decisivo è segnato da Pasalic, per la Croazia si aprono le porte dei quarti di finale.