(ANSA) - ROMA, 21 LUG - La vita nelle parrocchie è uno
specchio di quella che corre in altri ambienti, con i suoi vizi
e le sue virtù. Immaginare che invidie o sgambetti, piccinerie o
pettegolezzi, non siano compatibili con quello che accade nei
luoghi sacri è ingenuo. Ma si può riconoscerlo e riderci su. Lo
fa Fabio Colagrande, giornalista di Radio Vaticana, nel libro
"Ricordati di sanificare le feste" (edizioni Ancora). Proprio
"sanificare", non è un refuso, perché Colagrande, in una serie
di racconti inventati, ma non troppo, ride su quella Chiesa che
ha dovuto ingegnarsi con i collegamenti streaming durante la
pandemia, che ha faticato a riprendere la normalità.
Il Covid in fondo non ha fatto che emergere quello che c'era
già, ovvero ambienti gerarchizzati, dove la capo-catechista a
volte conta più del parroco, linguaggi clericali, dove con giri
di parole si può dire tutto e quindi niente, defatiganti
riunioni di consigli parrocchiali dove tutti si annoiano e li
considerano inutili, ma non hanno il coraggio di dirlo.
Il libro, che legge e racconta questi meccanismi dal di
dentro (Colagrande lavora da anni nei media vaticani), vuole
essere una occasione per riflettere ma ridendo. D'altronde è lo
stesso Papa Francesco a 'benedire' il senso dell'umorismo. Per
aspirare alla santità - indica nella sua Esortazione Apostolica
'Gaudete et exsultate' - occorrono "sopportazione, pazienza e
mitezza" ma anche "gioia e senso dell'umorismo". E in più
occasioni Papa Francesco ha sottolineato che "il senso
dell'umorismo è l'atteggiamento più umano, più vicino alla
grazia di Dio".
Il libro 'Ricordati di sanificare le feste' "ci fa vedere -
scrive padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica,
nell'introduzione - i tic di preti, suore e laici 'impegnati'.
Tic linguistici e comportamentali che la pandemia non ha fatto
altro che accelerare, radicare, implementare, elevare alla
potenza. La pandemia ci ha fatto vedere le cose in uno specchio:
dove c'erano i pieni (i banchi delle chiese, ad esempio), ci
sono stati i vuoti. Ai sorrisi si sono sostituite le mascherine,
alle strette di mano del segno della pace gli inchini delle
teste e gli ammiccamenti vari, all'acqua benedetta il gel
sanificante. Siamo rimasti sospesi. E questa sospensione è
diventata un laboratorio linguistico".
Si ride leggendo il libro di Colagrande e di più se si è
nella schiera dei cosiddetti "cattolici praticanti". Perché
almeno una volta sarà capitato, a tutti quelli che vanno a
Messa, di essere respinti indietro perché le panche nelle prime
file, rigorosamente vuote, sono riservate a qualcuno che prima o
poi arriverà. A tutti coloro che frequentano incontri in
parrocchia o in diocesi sarà finita per le mani qualche volta
una noiosa brochure con immagini angeliche di una chiesa che non
ha più nulla a che fare con quell' "ospedale da campo" che
vorrebbe Papa Francesco.
Ad arricchire i racconti, dove i personaggi hanno tutti un
cognome legato al mondo dei salumi, sono le illustrazioni di
Chiostri.
Fabio Colagrande da tempo tiene una rubrica, Fantaecclesia,
sul blog 'vinonuovo'. Storie inventate ma ispirate alla realtà.
Come i personaggi di questo libro, dal prete youtuber alla capa
del coro parrocchiale, personaggi di fantasia ma non troppo.
(ANSA).